Avessi anche una spada non l’alzerei su un figlio,
avessi una parola di distruzione, di morte,
una maledizione, un offesa senza ragione,
non la poserei sulle sue spalle.
Laverei l’offesa sputata a bell’apposta, deglutendo,
pulirei ferite che non si chiudono, lacerazioni profonde come lebbra.
C’è gente cattiva, di divisione,
un popolo subdolo di trappole inquietanti.
Fratellanza? Ma di che parli!
Siete lame affilate, pungoli ignoranti, privi di ogni visione.
Vedo i neri intenti del vostro cuore,
Iniqui privi di sentimenti, malevoli, cercano di farti cadere per raggiungere i loro intenti.
Dimmi di chi sei figlio e ti dirò chi sei, (si dice)
Oppure no lascia stare, taci!… tranquillo, tanto si vede.
Ebbene quel pane dovrai mangiare,
assaporare il gusto dei tuoi intenti.
Inciampare nella pietra che lì hai posto,
convinto che avrebbe nuociuto ad altri.
Alcuni sperano nel Signore,
altri digrignano i denti.
Certo è che l’altalena del mondo
nel tempo paga i suoi proventi.
Pure nel mondo si dice:
“chi rompe paga, e i cocci sono suoi!”
Quindi attenti, se nel vostro cuore c’è chi dividere le genti,
Il pensiero è come un arma australe, potrebbe riportarvi i vostri intenti.
No! se avessi una spada io te la porgerei, piuttosto che infierire.
Non la terrei per l’elsa offendendoti.
Ma non son pari le genti,
alcuni fanno doni, altri usurpano sentimenti.
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Francesco Blaganò | Notiziecristiane.com