Si dice che “dietro a un grande uomo ci sia sempre una grande donna”. In questo caso, come in tanti altri, l’affermazione oltre che molto maschilista è altrettanto sbagliata perché Catherine Booth non è mai stata dietro suo marito, William Booth, ma al suo fianco.
Nel tessuto della storia, talvolta le figure femminili di grande importanza vengono offuscate dalle ombre degli uomini che le circondano. Catherine Booth, tuttavia, è un nome che non dovrebbe mai essere dimenticato. Una figura rivoluzionaria nella storia della carità e dell’attivismo sociale, Catherine Booth è stata una pioniera che ha contribuito a dare forma al mondo come lo conosciamo oggi.
Nata nel 1829, Catherine Booth è cresciuta in una famiglia metodista, dove la fede e il servizio agli altri erano valori fondamentali. Questa educazione avrebbe plasmato il suo destino, poiché divenne una delle figure più influenti nel movimento cristiano del XIX secolo.
Catherine e suo marito, William Booth, fondarono insieme l’Esercito della Salvezza nel 1878. Questa organizzazione aveva l’obiettivo di portare conforto e assistenza ai poveri e agli emarginati delle città industrializzate, ma ciò che rendeva unica l’opera di Catherine era il suo impegno per l’uguaglianza di genere.
In un’epoca in cui le donne erano spesso confinate a ruoli secondari, Catherine Booth dava voce alle donne e riconosceva il loro ruolo cruciale nell’opera di carità e evangelizzazione.
Catherine Booth non solo ha contribuito a fondare l’Esercito della Salvezza ma ha anche scritto numerosi libri e articoli che promuovevano l’importanza della compassione e dell’aiuto ai bisognosi. Le sue parole hanno ispirato generazioni di persone a dedicarsi al servizio degli altri.
Ma il suo attivismo non si limitava alle parole. Catherine Booth era nota per la sua prontezza ad affrontare le difficoltà della vita dei poveri. Spesso visitava le case dei bisognosi e dei malati, portando conforto e assistenza pratica. La sua dedizione era così forte che si guadagnò il soprannome di “La Generale”, in quanto era vista come una comandante nell’esercito della carità.
Nonostante l’incredibile eredità che ha lasciato dietro di sé, il nome di Catherine Booth è sorprendentemente poco noto al di fuori dei circoli religiosi. Questo è un peccato, perché la sua vita e il suo lavoro dovrebbero essere celebrati come esempi di altruismo e impegno sociale.
In un’epoca in cui i problemi sociali continuano a sfidare il mondo, le lezioni di Catherine Booth su compassione, uguaglianza di genere e servizio altruistico rimangono più rilevanti che mai. Catherine Booth è una figura che dovrebbe ispirare tutti noi a cercare il bene comune e a impegnarci per un mondo più giusto ed equo.
È tempo che il suo nome torni a brillare nella luce che merita, anche al di fuori dell’ambito dell’Esercito della Salvezza dove la sua stella brilla da sempre.
Davide Romano
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