Carrara ennesima alluvione, Catania trombe d’aria e tanta paura!

alluvione-carraraMa cos’altro deve accadere perché la nostra nazione si “scuota” davanti alle calamità ripetute che stanno colpendo il paese? A distanza di un mese dalle inondazioni in Toscana, Abruzzo e Liguria, adesso è Carrara ad essere sommersa dalle piogge, mentre la Sicilia Orientale (Catania) patisce notevoli danni per le diverse trombe d’aria che ieri si sono abbattute sul litorale di Ognina; eppure, anziché riflettere, anche questa volta si cerca il colpevole (sindaco, protezione civile, prefetto, meteorologi) perché non si è avuto il tempo di scampare a queste calamità. Tuttavia, è sintomatico che l’opinione pubblica se la prenda pure con Dio (se esiste, perché non interviene?), quantunque il vero “responsabile” sia il PECCATO, dato che il nemico fa di tutto per non far scorgere la radice della malvagità che c’è nel mondo! Come figli di Dio sappiamo bene che nelle fasi che precederanno la venuta del Signore (1^ Tessalonicesi 4,16-18) le cose peggioreranno, ma davanti a quanto avviene sotto gli occhi di tutti – increduli e credenti – siamo stimolati ad allertare il nostro prossimo affinché si ravveda? Presagendo la futura tribolazione, l’Amore di Dio ci spinge a esortare con ogni mezzo (“esorta, richiama, rimprovera”… dice Paolo a Timoteo)? In tutta franchezza, se penso all’angoscia del domani che avvolgerà la terra e al grido disperato di quanti cercheranno la morte e non la troveranno, benché essi “grideranno alle rocce di cader loro addosso” (Apocalisse 6:16), non riesco a rimanere indifferente nella consapevolezza della responsabilità che Dio affida a ciascun credente, ragion per cui invito il lettore a non demordere e ad essere schietto come lo furono i profeti dell’Antico Testamento. Costoro ammonivano Israele a motivo del peccato che gli ebrei perpetravano, ma il fine di Yavhè era di “correggerli” per amore e di “disciplinarli” all’ubbidienza. E noi, che ci dichiariamo cristiani, facciamo tesoro di quel che sta accadendo pienamente coscienti che i “diciotto, sopra i quali rovinò la Torre di Siloe e morirono, non erano più peccatori degli abitanti di Gerusalemme” (Luca 13:4-5)?

Salvatore Di Fede – notiziecristiane.com

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