Un’anziana donna di nome Violet era seduta sul suo letto d’ospedale, in Giamaica, quando alcuni ragazzi si fermarono a visitarla. L’aria calda e appiccicosa di mezzogiorno non dava tregua, ma lei non si lamentava. Al contrario, iniziò a pensare ad un canto da cantare. Fece un grande sorriso e poi intonò: “Io corro, salto, canto, lodo il Signore!” Mentre cantava, muoveva le sue braccia avanti e indietro, come se stesse correndo. I ragazzi la osservarono, commossi. Violet non aveva più le gambe, eppure cantava; e aggiungeva: “Gesù mi ama! In cielo avrò delle gambe nuove e potrò correre”.
La gioia di Violet e il suo desiderio di andare in cielo ricordano le parole che Paolo scrisse ai Filippesi riguardo alla vita e alla morte: “Sono stretto da due lati: da una parte ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è molto meglio; ma, dall’altra, il mio rimanere nel corpo è più necessario per voi” (Filippesi 1:23-24).
Ciascuno di noi affronta dei momenti difficili, e forse anche noi arriviamo a desiderare il sollievo del cielo. Ma come ci mostra Violet, gioiosa nonostante le circostanze, possiamo “correre, saltare, cantare, lodare il Signore”, sia perché ci dà vita in abbondanza, sia per la gioia finale che ci attende.
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