Canada: fucina del nuovo totalitarismo occidentale

Qualsiasi organizzazione o azienda che volesse aderire al programma Summer Jobs dovrà provare di essere a favore dell’aborto, dell’omoerotismo e della tolleranza che finge di non vedere i problemi creati dal progressismo di massa e dell’islamismo.

Ma questa è solo l’ultima delle norme varate da un governo che sta facendo da modello ad una dittatura radicale che, diffusa in Occidente, vuole mettere a tacere qualsiasi visione che contraddica la sua. Il Summer Jobs canadese è infatti un programma che fornisce sussidi salariali ai datori di lavoro che promuovono l’accesso all’impiego degli studenti. Fra questi ci sono da sempre le piccole imprese, il settore no profit, quello pubblico e quello legato alle organizzazioni religiose. Da quest’anno però il governo ha stabilito che per l’ammissione al programma sarà necessario dichiarare il proprio favore ai “valori che stanno alla base della Carta dei diritti e delle libertà canadesi, nonché altri diritti. Questi includono i diritti riproduttivi e il diritto a non essere discriminati sulla base del sesso, della religione, della razza, dell’origine nazionale o etnica, del colore, della disabilità mentale o fisica, dell’orientamento sessuale o dell’identità o dell’espressione di genere”.

In poche parole, il primo ministro Justin Trudeau, dopo essersi scusato piangendo per le discriminazioni subite in passato dalle persone che si definiscono Lgbt, vuole imporre la sua linea di governo, punendo ogni oppositore. Ma non è appunto la prima volta, dato che il suo governo ha approvato l’eutanasia senza possibilità di obiezione di coscienza, per cui c’è già chi, rifiutandosi di uccidere i suoi pazienti, ha perso il lavoro. Sempre questo governo ha varato la norma che apre le porte alla pedofilia e alla privazione dei figli per mano dello Stato, stabilendo che anche i piccoli hanno diritti sessuali e religiosi a cui la famiglia non può opporsi. Pensa la sottrazione del minore.

È grazie a tali norme che in questi giorni la provincia canadese del Quebec ha reso noto che i bambini, fin dall’asilo, dovranno obbligatoriamente seguire lezioni di educazione sessuale in cui, ovviamente, si insegna come normale l’ideologia gender. Sempre qui un’agenzia di azione cattolica, che piuttosto che vedersi chiudere ha obbedito al diktat del governo, ha impedito a due sposi di adottare per le loro visioni sulla sessualità e sul matrimonio espresse nel questionario dei servizi sociali che interroga gli aspiranti genitori su tali questioni. Per non parlare degli arresti delle persone che provano, come Mary Wagner, a dissuadere le donne ad abortire offrendo il proprio aiuto. E delle nuove norme che in Ontario vietano ai pro life di circolare nelle zone delle cliniche abortive, tenedoli a 150 metri di distanza.

Il Canada è pioniere di quello a cui ogni totalitarismo giunge dopo aver convinto i suoi cittadini della bontà di un programma umanitario e universale (i diritti umani), rendendo così punibile qualsiasi oppositore, che un tempo chiamato nemico oggi viene definito intollerante. Già nel 2012 quando in Europa, iniziando dal Mariage pour tous francese, si cominciava a dibattere dei diritti Lgbt, Bradley Miller, professore a Princeton, spiegò che da quando le unioni Lgbt erano considerate al pari del matrimonio, un numero crescente aveva dovuto pagare multe, perdere il lavoro, vedersi denunciati, in modo da mettere il bavaglio alla libertà di pensiero.

Che cosa ci si può aspettare, d’altra parte, da un potere che predica un traguardo di civiltà la legalizzazione dell’omicidio di Stato (eutanasia), delle unioni fra persone dello stesso sesso, dell’aborto come diritto e l’assenza di un’identità da preservare contro chi la vuole distruggere? È ovvio che chi mina questo bene ritenuto assoluto debba essere punito ed è quindi ingenuo credere all’obiezione di coscienza e alle “safe-zone” garantite a chi sposa altre visioni. Perciò non c’è alternativa o la resa (già scelta da tanti) o il combattimento e il martirio.

Benedetta Frigerio | Lanuovabq.it


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