Camminare su di un filo, in fondo la vita è sempre così. Qualche volta guardiamo giù!, qualcuno si gode il brivido, qualcuno viene colto da terrore.
Cadere? Possibile anche se non così facile ( l’uomo ha molte risorse ) a volte lo stesso, preventivo timore di percorrere quel tempo appeso, altalenante, ci fa tremare le gambe rendendoci insicuri.
Ci sentiamo pesanti, inappropriati, goffi. Tutto ci fa sentire che quel filo non ci reggerà.
L’ideale sarebbe fuggire, nascondersi, tornare indietro…per l’ennesima volta.
Vorremmo che gli altri ci vedessero quelli di sempre, vecchi amici giocosi, rassicuranti nel nostro malessere. Ma il filo traballa, che paura il baratro lì sotto!
Non guardare in basso mi dico, fuggi, torna indietro. “Ciò che eri è ciò che sei!” Ma retrocedere camminare a ritroso spesso fa cadere.
Sai che ti dico:” quella paura è fonte di energia” affrontare quel filo che traballa che non sappiamo bene dove porti, mai stabile, insicuro, è la vita!
Una camminata nel vuoto senza nessuna certezza se non quell’equilibrio che sta nell’interiore, in fondo al nostro cuore.
Quel filo, te lo dico, non sarà mai stabile, privo di oscillazioni, ma forse privo di timori.
L’equilibrio si! Sa dirmi fino dove posso arrivare. Così potrò aggiungere sul filo ancora mille pesi…famiglia, lavoro, passioni…un sogno, un amico, un’altra battaglia vinta, la fine di una corsa è ancora altro amore.
E quando dico amore lo dico in senso generale, cosmico, universale.
Quell’amore che rende stabili tutte le cose, così che anche quel filo di timore possa smettere di oscillare,
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Francesco Blaganò
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