Amnesty International denuncia gli errori del premier inglese David Cameron in materia di migranti. (ve/stampa) Il primo ministro del Regno Unito, David Cameron, ha dichiarato recentemente che la maggior parte delle persone che attraversano il Mediterraneo a bordo dei barconi non sono richiedenti l’asilo. Cameron ha fatto questa affermazione per giustificare il rifiuto del suo Paese di aderire al piano dell’Unione Europea che prevede l’assegnazione di quote di rifugiati a ogni Paese dell’Unione.
Profughi eritrei e siriani
Amnesty International e altre organizzazioni che si occupano di migrazioni hanno ribattuto alle affermazioni di Cameron ricordando che il gruppo più numeroso – per nazionalità – che attraversa negli ultimi mesi il Mediterraneo è composto da siriani, in fuga da un Paese che da quattro anni è in preda alla guerra civile. A quasi tutti i siriani viene perciò riconosciuto lo statuto di rifugiati. Diverse fonti calcolano che un terzo circa dei profughi che affrontano il pericoloso viaggio sui barconi sia composto da siriani.
Il secondo gruppo più numeroso – per nazionalità – è quello degli eritrei. Anche in questo caso, alla maggior parte di loro verrà riconosciuto lo statuto di rifugiati. Sebbene i numeri siano soggetti a variazioni, lo scorso anno eritrei e siriani hanno costituito il 50% circa del totale dei profughi che hanno attraversato il Mediterraneo sui barconi. Questi due gruppi sono maggioritari anche per quanto riguarda i primi mesi del 2015.
Anche a molti somali, iracheni e afghani che tentano di raggiungere l’Europa meridionale è probabile che secondo il diritto internazionale venga concesso lo statuto di profughi.
Occorre attenersi ai fatti
Steve Symonds, direttore dell’ufficio di Amnesty International per i rifugiati e i migranti, ha detto: “Cameron si sbaglia nel ritenere cha la grande maggioranza di coloro che cercano di attraversare il Mediterraneo non siano richiedenti l’asilo. Almeno la metà delle persone che rischiano la vita salendo sui barconi fugge da persecuzioni e guerre in Siria, Eritrea e Somalia. Lo sappiamo”, ha proseguito Symonds, “che la questione delle quote di rifugiati assegnate ai Paesi dell’UE pone dei problemi ai governi i quali preferirebbero non doversene occupare, ma il primo ministro ha il dovere di conoscere i fatti e attenersi ad essi, soprattutto su un tema che vede in gioco la vita di decine di migliaia di persone”.
Le cifre della migrazione
Secondo cifre fornite dall’agenzia dell’Unione Europea per il controllo delle frontiere Frontex, siriani ed eritrei costituivano il 46% degli oltre 170’000 profughi che hanno raggiunto l’Italia, nel 2014, attraverso il mare. Molti degli altri profughi sono originari del Sudan, dell’Afghanistan o dell’Iraq. In totale, nel 2014 circa 219’000 persone hanno attraversato il Mediterraneo. Di queste, 3500 sono morte annegate. Circa la metà di loro erano profughi in fuga da guerre e persecuzioni. Nel 2015 sono già quasi 65’000 le persone che hanno attraversato il Mediterraneo. Almeno 1800 sono morte nel mare.
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