Burkina Faso: un periodo di violenze senza precedenti

Difficile trovare memoria di una serie di attacchi verso i cristiani così violenti in Burkina Faso. Fino a poco tempo fa infatti, le varie comunità religiose erano riuscite a coesistere pacificamente.

Erano circa le 13.00 di domenica 28 aprile quando 10 persone sono arrivate a bordo di motociclette mentre i fedeli di una chiesa protestante, la chiesa di Sildadji, stavano uscendo dal locale, iniziando a sparare prima in aria e poi verso la gente. Il pastore, suo figlio, suo nipote e altri 3 cristiani sono rimasti uccisi.

La scorsa domenica, invece, un altro episodio ha coinvolto la chiesa cattolica di Dablo, a nord del paese, dove altre 6 persone tra cui il prete che stava celebrando la funzione religiosa hanno perso la vita a seguito dell’irruzione di un gruppo di alcune decine di uomini. La chiesa, il centro sanitario e altri edifici del circondario sono stati poi dati alle fiamme.

Nella stessa regione, ieri un altro attacco a una chiesa cattolica ha portato alla morte di 4 persone, sempre per mano di un gruppo di estremisti islamici.

Si contano 350 morti per motivi di fede negli ultimi quattro anni (responsabili di chiesa, insegnanti, ma talvolta anche imam “non sufficientemente radicali”), con un incremento annuale degli attacchi molto preoccupante. Dal 2018, il Burkina Faso fa parte dei 73 paesi in cui i cristiani sperimentano una forma di persecuzione, secondo i dati della World Watch List 2019 di Porte Aperte. Di fatto attacchi di questo calibro si sono moltiplicati dal 2015 ad oggi nel Paese, generalmente attribuiti a gruppi jihadisti quali: ‘Ansar ul islam’, ‘Gruppo di sostegno all’islam e ai musulmani’ (GSIM) e ‘Lo stato islamico del grande Sahara’ (EIGS).  Concentrata inizialmente nel nord della nazione, questa violenza ha poi preso di mira la capitale Ouagadougou e altre regioni della zona ad est.

Gli islamici più radicali vogliono dividere la società.

In Burkina Faso cristiani e musulmani hanno tradizionalmente convissuto in armonia, senza grandi difficoltà, ma l’apparizione di gruppi islamici violenti sta portando con sé cambiamenti repentini quanto drammatici. Il loro obiettivo è quello di intensificare gli attacchi ai danni dei cristiani, arrivando addirittura a cacciarli dal Paese e stabilire uno stato governato dalla Sharia (la legge islamica). In questo contesto di intolleranza crescente sono i leader di chiesa e i cristiani che vivono in luoghi a maggioranza musulmana ad essere presi di mira con più frequenza, mentre il governo tenta di giocare il ruolo di mediatore tramite la creazione, nel 2015, di un osservatorio nazionale per la fede. Lo scopo di tale ente è quello di promuovere la tolleranza e il dialogo interreligioso per placare le tensioni tra le comunità. La popolazione del Paese infatti è composta da musulmani (54%), cristiani (25%) e animisti (19%).

Porte Aperte Italia


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