Bonhoeffer partiva dalla riflessione che un mondo più giusto non può essere costruito dall’esterno. L’impegno delle singole persone è, per il teologo tedesco, importante e necessario.
Impegno che può rendere la società “matura” cioè capace di difendersi dalla tentazione della violenza, del sopruso a tutti i costi, delle dittature.
Un cristianesimo senza religione
Questa la provocazione cui Bonhoeffer giunge. Georg Reider chiarisce: non solo in relazione a quella che viene definita come immaturità della società tedesca; immaturità che aveva permesso lo sviluppo del regime hitleriano, ma anche rispetto alla prassi religiosa del suo tempo.
Rispetto a questa prassi ed alle tradizioni ecclesiastiche, egli individua il rischio per le Chiese di mancare uno sviluppo autonomo degli individui fino a renderli dipendenti da queste pratiche e tradizioni.
Le scelte, la responsabilità individuali – sottolinea Reider – erano al centro dell’interesse di Bonhoeffer e del suo impegno pastorale e teologico.
“Le chiese – precisa Georg Reider – non devono affatto temere le proposte teologiche di Bonhoeffer. Queste proposte sono le condizioni per creare una fede matura e autonoma che può dialogare con la modernità, le ideologie e le scienze“.
Per ascoltare l’intera intervista a Georg Reider, vai alla pagina della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI).
https://www.nev.it/nev/2024/02/01/bonhoeffer-e-i-cristiani-senza-religione/