Boko Haram, il massacro degli studenti

boko-haram-new-jpg-crop_displayABUJA (Nigeria) – Li hanno sorpresi nella notte, mentre dormivano: i miliziani integralisti islamici dei Boko Haram hanno compiuto alle prime luci dell’alba una delle stragi più efferate degli ultimi anni, assaltando un campus universitario nel nordest. Almeno quarantadue i morti nel bilancio ufficiale, mentre la conta delle vittime prosegue e i cadaveri vengono portati in ospedale. Decine i feriti.Teatro della strage è lo Stato di Yobe, nel nordest, uno dei tre dove è stato imposto a maggio lo stato di emergenza nell’ambito di una massiccia campagna anti-terrorismo. Gli oltre mille studenti ospitati nella struttura, il campus di agricoltura nella città di Gujba, si sono dati a una fuga disperata mentre i miliziani incendiavano le aule del college, e uccidevano chiunque gli si facesse incontro.

I responsabili della facoltà accusano le autorità: «Ci avevano promesso che avrebbero garantito la sicurezza dei nostri studenti, così non è stato», afferma un docente chiedendo l’anonimato. I responsabili avevano chiesto un rafforzamento della sicurezza.

L’allerta nello Stato di Yobe è infatti ai massimi livelli. Lo scorso luglio, nel villaggio di Mamud i miliziani avevano attaccato il dormitorio di una scuola: quarantadue i morti, la gran parte studenti. Poche settimane prima, nello Stato confinante di Kano, un assalto a una scuola è costato la vita a tredici scolari e alcuni professori.

Boko Haram (“l’educazione occidentale è peccato”) ha posto da tempo le scuole, le università e i campus in cima alla lista dei propri obiettivi. Secondo fonti militari i recenti assalti sono un “segno di disperazione” del gruppo che da maggio patisce l’offensiva militare.

Nel nord-est della Nigeria, oltre gli studenti, soprattutto, le comunità cristiane sono da tempo bersaglio delle violenze del gruppo di matrice fondamentalista islamica Boko Haram, che negli ultimi mesi era stato impegnato  contro l’esercito e contro le milizie di autodifesa civile che lo affiancano. Uomini armati, ritenuti appunto miliziani di Boko Haram, hanno attaccato tre giorni fa’ una chiesa protestante a Dorawa nello Stato nordorientale nigeriano dello Yobe, uccidendo il pastore e i suoi due figli, prima di dare fuoco al luogo di culto e ad altre due case. Il gruppo armato si è poi dato alla fuga, secondo quanto reso noto dall’esercito, che non è riuscito a intercettare gli assalitori né prima né dopo l’attacco alla chiesa.

In questo quadro, sottolineano ancora i militari nigeriani, vanno letti gli assalti sanguinosi contro villaggi sperduti, a Yobe come nello Stato di di Kaduna, dove ieri i miliziani hanno assaltato e bruciato le case nel villaggio di Zangang, causando almeno undici morti. Due giorni fa altre ventuno persone sono state uccise, in molti casi a colpi di coltello, nel distretto di Kunumburi, nello Stato di Borno, tra gli uccisi anche un capo villaggio. Solo in questo Stato il bilancio, nell’ultimo mese, è di oltre 140 morti.

E sono diverse migliaia le vittime dall’inizio dell’insurrezione guidata da Boko Haram, che punta alla creazione di uno Stato islamico indipendente nel nord del Paese. Tanto che contro la soluzione militare, voluta dal presidente Johnatan Goodluck, si schiera l’ex capo di Stato Maggiore, l’influente generale Martin Luther Agwai: «Non si può risolvere il problema con la forza militare, non siamo in guerra, non stiamo combattendo un invasore. Il problema è politico, sociale, economico, serve questo approccio per risolverlo”.

da: RaiNews24


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