Oggi siamo presi dal comportamento compulsivo dell’inviare e ricevere sms, whatzup e vari post multimediali, siamo costantemente collegati al punto che i social net diventano la nostra prima occupazione. E’ sorprendente notare che mentre gli occhi sono posati sul nostro terminale smart phon si percepisce solo in sottofondo la presenza di chi ci è accanto. E’ possibile che si stia trasformando la comunicazione, non più quella visi a vis ma display a display. Non riusciamo a gestire più una certa tecnologia che da essa siamo assorbiti per la maggior parte del tempo, con le conseguenze di nuove psicopatologie di dipendenza. Ma soprattutto emerge una nuova paura quella di essere tagliati fuori dalla comunità virtuale; si chiama nomofobia (no-mobile-fobia), termine di recente introduzione in base ad uno studio in Gran Bretagna che ha rilevato che quasi il 53 % degli utenti di telefono cellulare tendono a mostrare uno stato ansioso quando ci si dimentica del cellulare, o si esaurisce la batteria o non si ha una copertura di rete. Sta avvenendo che l’uomo, se non padroneggia la tecnologia, confonda la scienza con l’essere. Se da un lato la tecnologia dei social possa essere un passatempo e farci godere della libertà da un meritato riposo, o possa essere utile per una ricerca o un’informazione dall’altro diventa la nostra ossessione. Non è più svago, divertimento e conoscenza ma si configura come bisogno. La nostra vita è mossa da bisogni, cibo, sonno, lavoro, riposo, salute, amore e spiritualità. La Bibbia ci invita a non rinunciare ai nostri bisogni quando questi sono in relazione al disegno di Dio; vedi Abramo e Mosè e la terra promessa, Paolo e l’evangelizzazione del mondo. Il bisogno è qualcosa che, implica un ristabilire il benessere. Quando questi sono in relazione alla propria vocazione (Riccardi P., “ogni vita è una vocazione per un ritrovato benessere” ed. Cittadella 2014).
Secondo un famoso psicologo del secolo scorso, Abraham Maslow, l’uomo manifesta una scala di bisogni primari e secondari all’apice di essi vi sono quelli spirituali per portare a compimento il benessere. Distinguendo i bisogni di sicurezza, di appartenenza di riconoscimento che motivano a ricercare protezione e contatto si cerca e si confonde nelle connessioni tali bisogni. Vedi il senso del like, del mi piace che si riceve ai propri post multimediali. Per un sano senso del vivere si ritrovi il bisogno fondamentale dell’uomo; quello della spiritualità. Non è un caso che ne Vangelo di Matteo 6,33 i bisogni spirituali sono prioritari su tutti gli altri. Anzi, dalla soddisfazione dei bisogni spirituali scaturisce la soddisfazione di tutti gli altri: “Cercate prima il regno di Dio e tutte le altre cose saranno sopraggiunte”. La Bibbia ci dice che Dio è in grado di “provvedere ad ogni nostro bisogno splendidamente, secondo le Sue ricchezze in Cristo Gesù” (lettera ai Filippesi 4:19). Ogni tecnologia passa in secondo piano.
Pasquale Riccardi
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