A volte ho riflettuto su quelli che potrebbero essere i livelli di sviluppo dell’uomo. E sono persuaso che gli stati della bestialità, dell’umanità e della spiritualità potrebbero benissimo descrivere quello che è il cammino dell’uomo: o verso il male o verso il bene.
In effetti l’uomo potrebbe tendere verso uno di questi tre poli a seconda di come si orienta, a seconda di cosa crede, pensa e ricerca.
Se l’uomo vive soltanto per l’istinto ed il piacere non sarà difficile che egli finisca per dirigersi verso il polo della bestialità, vivendo come un essere esclusivamente carnale ed istintivo. A questo livello egli non terrà conto di nessun sentimento e di nessun principio morale. Appunto come le bestie!
L’umanità, invece, cos’è? Avere umanità suggerisce l’idea di provare una certa compassione per i propri simili. Infatti, è il senso dell’umanità che può portare individui che neanche si conoscono a prestarsi un aiuto reciproco. Se un uomo prova umanità verso i suoi simili allora egli sarà portato a fare qualcosa per qualcuno che fosse in difficoltà. Se abbiamo un certo senso di umanità ci fermeremo a chiedere ad un uomo che magari si trova a terra e chiede aiuto, che cosa gli è successo e se possiamo fare qualcosa per lui. E faremmo questo non per istinto, ma per qualcosa di più nobile. E’ l’umanità, o sentimento di compassione per un nostro simile, che ci porterebbe anche a dare – all’ occorrenza – qualche soldo a qualcuno che ne avesse bisogno. Sarebbe tutto questo frutto solo dell’istinto o del meschino senso morale (di molti) che fa dire “io do a te se tu dai a me”? Non credo. Ma, allora, chi ci spinge a volte ad agire secondo l’umanità? Eppure questo aspetto e questo atteggiamento sembra inscritto nella coscienza alcuni, non di tutti. Infatti non tutti si fermerebbero, né si fermano a soccorrere qualcuno che si dovesse trovare nel bisogno. Colui che vive solo per il proprio istinto e che si dimostra incapace di provare anche un benché minimo sentimento di umanità può mostrarsi, infatti, del tutto insensibile. E questa è la prova dell’esistenza di un livello inferiore alla stessa umanità, ossia della bestialità.
Dunque ciò che distingue i due livelli – quello della bestialità (il livello più inferiore) e quello dell’umanità (un livello superiore) – è l’esistenza della capacità di provare una certa compassione per i propri simili (nel caso dell’umanità) e, viceversa, dell’incapacità di provare della compassione (nel caso della bestialità).
Tuttavia provare dell’umanità verso un nostro simile non corrisponde ancora al livello della spiritualità. L’umanità al massimo può portare a fermarsi un attimo ad ascoltare qualcuno che è nel bisogno. Ma fermarsi un attimo a parlare con qualcuno non coincide col sentimento della spiritualità che, invece, porterebbe a soffrire per il malessere degli altri e a non poter fare a meno di provare per lui quello che Dio stesso ha provato ed ha fatto per noi: dando la sua vita sulla croce per tutti, quando ancora non lo conoscevamo e non lo seguivamo. La spiritualità è tanto al di sopra dell’umanità, quanto l’amore di Dio è più al di sopra di quello degli uomini.
Cos’è dunque la spiritualità? La spiritualità consiste nel vivere uniti a Dio, in comunione col Suo Spirito. Spirituale è colui/colei che nutre dei sentimenti che provengono dall’essere in rapporto con Dio. Come dice Gesù: “Ogni albero si riconosce dai frutti che porta”. Se uno si unisce al Signore (come dice la Bibbia – 1 Corinzi 6: 17 -) egli diviene un solo spirito con lui. Ed, allora, la stessa compassione di Dio dimorerà in colui/colei che sarà in comunione con Lui. E ciò porterà l’uomo o la donna spirituale a portare gli stessi frutti che ci ha mostrato il Signore mentre ha svolto il suo ministerio terreno. E la compassione di Cristo, che lo portò a dare la sua vita per gli uomini, per tutti gli uomini (“anche” per quelli peccatori, quindi “probabilmente” anche per chiunque stia leggendo questo articolo), porterà anche chi è ripieno di questa realtà a provare e vivere la medesima compassione per le altre creature umane.
Penso che non servano molte altre parole per dire che effettivamente gli uomini potrebbero essere classificati secondo questi tre livelli. Spero che le poche parole di quest’articolo possano aiutare qualche lettore a riflettere su quale sia il livello in cui pensa di essere.
La bestialità è la condizione di chi vive esclusivamente per se stesso e per i propri istinti. L’umanità ci fa provare qualche sentimento di compassione per i nostri simili. Ma la spiritualità ci fa vivere come Cristo, secondo un amore incondizionato e divino.
Verso dove stiamo andando? Penso che sia sotto gli occhi di tutti il fatto che in questi nostri ultimi giorni l’umanità si sta drammaticamente avviando verso la china discendente della bestialità, visto che i gesti di umanità si stanno facendo sempre più rari. Ma ricordiamoci che Dio ci chiama a divenire come Lui, ossia ad acquisire la sua stessa immagine (spirituale) e, quindi, a svilupparci secondo la spiritualità, la cui legge suprema è l’amore.
Verso dove stiamo andando? In altre parole, a chi stiamo guardando? Smettiamola di guardare a noi stessi o solo a ciò che ci sta intorno. Alziamo i nostri sguardi verso il Signore ed allora potremo anche andare contro corrente: contro la corrente degli istinti o di qualche semplice emozione di altruismo, per andare verso quel sentimento che è stato in Cristo Gesù, il quale ha dato se stesso per noi al fine di riscattarci da questo secolo malvagio! Amen
Enzo Maniaci | notiziecristiane.com
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