La seconda beatitudine esalta il discepolo che è afflitto. Egli è povero, ma anche afflitto. Isaia 61:1-3 parla del Messia, che annuncia la salvezza ai poveri e consola gli afflitti.
Di che cosa è afflitto il discepolo di Gesù? cosa lo fa piangere? Non certo, le disgrazie naturali, le quali colpiscono tutta l’intera umanità, ma il fatto di essere cristiano. Ecco il pianto e il dolore del discepolo: egli subisce le angherie e le vessazioni del mondo che cerca di eliminarlo, come hanno fatto con Gesù. Il cristiano è portatore di dolore, il dolore del peccato altrui. Come Gesù si caricò del male del mondo, anche il cristiano è afflitto dal carico doloroso della malvagità umana (cfr.Fil3:17-19). Ma il discepolo di Gesù non piange solo perché vede l’uomo corroso dal verme famelico del peccato, ma piange anche per i propri peccati. Un aspetto inquietante del cristiano odierno è che egli non mostra un forte dispiacere per il proprio peccato. Non piange per avere ancora conficcato il chiodo dell’umiliazione nella carne di Gesù, non sente il grido straziante dell’Uomo del dolore ogni qualvolta che la sua carne è trafitta per le sue trasgressioni.
Una cosa raccapricciante e che i cristiani “confessano” i propri peccati come se adempissero a una prassi rituale e cultuale, senza contrizione. Quante appassionate sono le parole dell’Apostolo: “Perché la tristezza secondo Dio, produce un ravvedimento che porta alla salvezza, del quale non c’è mai da pentirsi; ma la tristezza del mondo produce la morte” (2 Cor. 7:10). L’afflitto piange per essere stato compunto a causa dei suoi peccati, sono lacrime che santificano, lacrime che purificano, lacrime che liberano. E’ il grido di dolore ma è anche grido di esultanza: “Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore (Rom7:24-25). Gli afflitti saranno da Dio consolati per la croce di Cristo.
Di grande intensità spirituale sono le parole bonhoeffer: “La frattura fra discepoli e popolo diviene maggiore. La schiera dei discepoli viene chiamata fuori in forma sempre più visibile. Gli afflitti sono appunto quelli che sono pronti a vivere rinunciando a ciò che il mondo chiama felicità e pace, quelli che non possono essere accordati allo stesso tono del mondo, che non possono adeguarsi al mondo. Sono afflitti a causa del mondo,della sua colpa … Nessuno comprende i suoi simili meglio della comunità di Gesù. Nessuno ama i suoi simili più dei discepoli di Gesù, appunto perché sono esclusi, appunto perché sono afflitti …. La comunità dei discepoli non si scuote di dosso il dolore come non la toccasse per nulla, ma lo porta. E su questo si fonda la comunione con gli altri uomini ….. La comunità non cerca arbitrariamente il dolore, che non si ritira per un arbitrario disprezzo dal mondo, ma porta ciò che le viene imposto, ciò che le tocca per amore di Gesù Cristo, mentre lo segue. Ed infine, i discepoli non vengono piegati, logorati, amareggiati dal dolore, in modo da esserne spezzati. Anzi, portano il dolore loro imposto solo per la forza di colui che sulla croce porta tutto il dolore. Come “portatori di dolore” si trovano in comunione con il Signore crocifisso.(1)
Paolo Brancè | Notiziecristiane.com
(1) Dietrich Bonhoeffer-op.cit. pagg. 88 – 89
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