La mamma di Sephali mostra le ferite dell’aggressione
È accaduto il 9 novembre scorso, intorno alle 16:30, in un villaggio remoto nella parte settentrionale del Bangladesh. Sephali*, di soli 4 anni, figlia di una coppia di cristiani, stava giocando attorno a casa quando ha incrociato la sua vicina, una signora musulmana anziana. “Cosa stai facendo?” le ha chiesto la bambina. La donna ha risposto gridando: “La tua famiglia non parla con noi! Non vogliamo parlare con te! Non abbiamo nulla da dirci perché sei una cristiana! Parlare con te è un grande peccato per noi!”
Sentendo le urla, la madre e il fratello maggiore di Sephali sono subito usciti. “Cosa ti ha fatto mia figlia?” ha chiesto alla donna. “Voi siete cristiani, perché mi ha parlato?” ha replicato lei iniziando a inveire anche contro di loro. Questo ha destato l’attenzione del marito della donna che, arrivato sul posto impugnando un bastone, ha colpito la bambina, la madre e il fratello.
I tre hanno riportato diverse ferite in varie parti del corpo e per questo sono stati ricoverati in ospedale.
I partner locali di Porte Aperte/Open Doors sono riusciti a parlare al telefono con la famiglia colpita e sono entrati in contatto con i leader della loro chiesa per capire come assisterli.
Chi si converte dall’islam a Cristo, in Bangladesh, affronta discriminazioni e subisce violenze per le ragioni più futili. I vicini musulmani cercano sempre occasione per accusare i cristiani e spesso le donne e i bambini sono i primi ad essere colpiti.
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