Baluchistan, almeno 70 i morti nella ‘caccia ai punjabi’ dei gruppi separatisti

Le vittime identificate e uccise per motivi etnici nell’ambito dello scontro con il governo di Islamabad. Il primo ministro Sharif promette una risposta risoluta al terrorismo. P. Khalid Rashid Asi: “Colpite indiscriminatamente persone innocenti”. Il giornalista Arif Khattak: azione che “non ha nulla a che fare con i diritti del popolo baluci”.

Baluchistan (AsiaNews) – “Lo Stato non è riuscito a ottenere la pace nel Paese. L’Esercito di liberazione del Baluchistan ha compiuto incidenti terribili nella provincia, che non solo sono condannabili, ma se parlo sinceramente il mio cuore piange dopo aver visto i corpi morti di persone innocenti”. Così p. Khalid Rashid Asi commenta ad AsiaNews l’attacco di domenica sera compiuto nella località di Rarasham, vicino al confine fra Baluchistan e Punjab, nel quale sono state assassinate 23 persone provenienti dal Punjab. La violenza, rivendicata dal BLA, non è stata l’unica. Infatti, in diversi attacchi simultanei, sono morte oltre 70 persone (tra le quali 10 a Qalaat, a Sibbi 6, a Moosa Khel 23 punjabi), stando a quanto sostiene l’esercito separatista.

“Hanno ucciso 23 innocenti punjabi dopo l’identificazione; questo dimostra che i loro cuori sono pieni di odio verso i punjabi. Questo odio razziale e questa discriminazione sono molto pericolosi”, aggiunge p. Khalid Rashid Asi. Non si sono fatte attendere le dichiarazioni del primo ministro Shehbaz Sharif, il quale oggi ha affermato che è necessario adottare una “decisione risoluta” per combattere il terrorismo dilagante nella regione. “Non c’è spazio per la debolezza”, ha aggiunto in una riunione di gabinetto federale a Islamabad, esortando l’unità della nazione per affrontare questo momento di crisi. Negli scontri con le forze di sicurezza, anche 12 terroristi sono stati uccisi fino a ieri sera e molti sono i feriti. Decine di militanti affiliati al BLA hanno preso parte ai numerosi attacchi. Nella provincia la situazione è attualmente terribilmente instabile e grave. Lo stesso giorno, il traffico ferroviario con Quetta è stato sospeso a seguito di esplosioni su un ponte ferroviario nella città di Bolan, che collega la capitale provinciale al resto del Pakistan.

Arif Khattak, giornalista e scrittore, ha dichiarato: “Il modo in cui l’Esercito di Liberazione del Baluchistan ha iniziato a uccidere persone innocenti in nome dell’identità punjabi, ha dimostrato che non ha nulla a che fare con i diritti del popolo baluci”. Rivolgendosi quindi ai terroristi, che negli attacchi delle ultime ore hanno preso di mira personale di sicurezza e civili principalmente provenienti dal Punjab, prendendo d’assalto le stazioni di polizia, facendo saltare in aria i binari ferroviari e dando fuoco a decine di veicoli, ha affermato che non stanno combattendo solo contro le istituzioni statali, ma che hanno trasferito questa lotta alle masse innocenti e alle loro case. “Avete perso i vostri valori morali. Ora siete entrati nella lista dei peggiori nemici del Baluchistan”, ha detto. Rimarcando quanto le azioni di questi gruppi armati che lottano contro il governo pakistano poco centrino con il desiderio di autonomia e indipendenza della provincia, fra le più povere del Pakistan, e l’autodeterminazione della popolazione baluci.

Si tratta del il secondo attacco di questa natura quest’anno. Ad aprile, nove passeggeri sono stati scaricati da un autobus vicino alla città di Noshki in Baluchistan e e uccisi a colpi di arma da fuoco dopo che uomini armati hanno controllato le loro carte d’identità. Spesso le persone del Punjab lavorano in interventi di sfruttamento delle risorse naturali della regione, solitamente organizzati dal governo centrale del Pakistan, e sono per questo un obiettivo frequente degli attacchi dei separatisti. “Il nostro esercito pakistano dovrebbe prendere il controllo e consegnare questi terroristi alla giustizia. Sembra che non si riesca a costruire la pace nella provincia”, continua p. Khalid Rashid Asi. Secondo lui il principale problema è un conflitto anzitutto culturale, e di interessi. “Con questo tipo di attività terroristiche l’Esercito di Liberazione del Balucistan sta mettendo la gente contro di loro e la gente ha iniziato a odiarli. Vogliamo la pace nel nostro Paese, quindi il nostro Stato dovrebbe svolgere il suo ruolo e prendere provvedimenti concreti per questa causa”, conclude.

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