Il calciatore super pagato Mario Balotelli, uomo considerato fra le cento persone più influenti al mondo, si domanda: “Che ho fatto di male per non aver mai provato il vero amore?”Mario ha un fisico straordinario e una simpatia unica anche se a volte risulta antipatico per il suo comportamento dentro e fuori dal campo di calcio. Ma è sempre un ragazzo di 25 anni che i mass media gli hanno attribuito moltissime responsabilità. Un ragazzo che, grazie alla notorietà e ai soldi che possiede potrebbe permettersi una donna ogni mezz’ora, ma lui sente di non essere amato. Perché? Questo è il grande dilemma del successo, delle ricchezze, della notorietà, dell’essere famoso. Mario Balotelli non è il solo a sentire questo vuoto nell’anima, se percorriamo la vita di ogni persona più o meno famosa, ricca e con successo, vedremo che tutte, a telecamera spenta, sono persone tristi, vuote e pieni di vizi. Questo non capita solo ai ricchi e famosi ma anche alle persone normali di sentirsi sole e non amate. Questo è il risultato di una vita senza Cristo nel cuore, il risultato di una vita solo con lo sguardo alle cose di questa terra. Sentirsi solo può succedere anche a dei veri credenti quando Gesù non è il centro della propria vita.
Caro Mario adesso ti racconto una storia e spero che tu possa comprendere il senso e il peso della vita.
C’era un uomo in Israele il cui nome era Salomone, era il figlio del re Davide. Alla morte di Davide, suo padre, Salomone salì al trono e il Signore gli apparve in sogno e disse:
“Chiedi ciò che vuoi che io ti conceda” (1 Re 3:5). Il giovane re chiese di avere un cuore obbediente e intelligenza e sapienza, per poter guidare e governare il popolo di Dio con giustizia.
“Piacque al SIGNORE che Salomone gli avesse fatto una tale richiesta. E Dio gli disse: «Poiché tu hai domandato questo, e non hai chiesto per te lunga vita, né ricchezze, né la morte dei tuoi nemici, ma hai chiesto intelligenza per poter discernere ciò che è giusto, ecco, io faccio come tu hai detto; e ti do un cuore saggio e intelligente: nessuno è stato simile a te nel passato, e nessuno sarà simile a te in futuro. Oltre a questo io ti do quello che non mi hai domandato: ricchezze e gloria; tanto che non vi sarà durante tutta la tua vita nessun re che possa esserti paragonato. Se cammini nelle mie vie, osservando le mie leggi e i miei comandamenti, come fece Davide tuo padre, io prolungherò i tuoi giorni” (1 Re 10:14).
Il libro dell’Ecclesiaste è in parte un’autobiografia di Salomone. Egli vi racconta le sue esperienze e i pensieri degli uomini dal punto di vista terreno. Perciò le parole chiave sono “sotto al sole”, cioè “da un punto di vista umano”, e “un correre dietro al vento”.
Salomone ci racconta del suo tentativo di trarre un profitto durevole dalla sua vita. Sapienza e conoscenza gli sembrano ovviamente il bene maggiore e più nobile a cui un uomo potesse aspirare sulla terra. Al re non interessava certo l’accumulo di una sapienza morta, ma la saggezza di vita. Più un uomo ne acquista o ne riceve in dono ( e sotto questo aspetto il re Salomone superava qualunque essere umano), più chiaramente egli riconosceva la fugacità di tutte le cose terrene.
Salomone riconobbe che neppure la sapienza era in grado di dare veramente un senso e un valore durevole alla sua vita. Sì, Salomone si pose la domanda concreta se valesse la pena aver vissuto una vita del genere sotto il sole e il suo giudizio disincantato fu: “Ho riconosciuto che anche questo è un correre dietro al vento” (Ecclesiaste 1:17).
Salomone racconta il suo secondo tentativo di dare senso e valore alla vita. Anziché con la sapienza, decise di provare con la follia (Ecclesiate 1:3), facendo proprio il principio degli stolti: godere il più possibile dei piaceri nel breve tempo della vita. Voleva sperimentare di persona come fosse questa famosa “felicità”, voleva scoprire se una vita immersa nei piaceri rendesse davvero felici, se fosse un valore autentico e duraturo, per il quale valesse la pena di essere un uomo. Salomone si costruì uno spazio vitale straordinario: palazzi, vigne, splendidi parchi, servi e serve, buoi e pecore, oro argento, cantanti e anche donne, tantissime donne. Non si diede però ai piaceri sfrenati, ma continuò a mantenersi entro i limiti ragionevoli. Ma in tutto questo gran mucchio di cose desiderabili e di lusso, il re Salomone trovò ciò che cercava realmente? La chiave del senso della vita, della soddisfazione e della sicurezza, non la trovò neppure in questo modo. Egli riconobbe tutta l’insensatezza dei suoi sforzi, arrivando ad un risultato demoralizzante: “ed ecco che tutto era vanità, un correre dietro al vento”.
Caro Mario Balotelli, ancor oggi questa vita è “un correre dietro al vento”, non troverai mai chi veramente ti vorrà bene perché anche se la vita è stata generosa con te materialmente parlando e ti ha dato tanto, ti ha anche tolto una parte della tua vita: la semplicità, il crescere da ragazzo normale. Ti domanderai sempre se la ragazza che avrai accanto vorrà bene a Mario o a Balotelli, se vorrà te o il calciatore famoso, se vorrà stare al tuo fianco per amore o per farsi fotografare e finire su un giornale.
L’appagamento totale della tua vita lo troverai soltanto con Gesù nel tuo cuore, il resto sarà sempre un fallimento. Gesù ti ama, ha dato la Sua vita per te, si è fatto inchiodare su di una grezza croce per i tuoi peccati, e oggi ti chiama ad accettarlo nella Sua vita come personale Salvatore. Allora e, soltanto allora, potrai avere la pace, quella vera, e realizzare i tuo sogni. Ma fino a quel giorno sarà sempre “un correre dietro al vento”.
Francesco La Manna | notiziecristiane.com
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