Avevo la certezza che mio fratello fosse stato guarito e gli dissi: non temete prendete il telefono…

Ero una bambina di 5 anni quando ho conosciuto chi era Gesù nella mia vita. Il suo nome a casa mia era nominato solo per bestemmia da parte di mio padre. Ero una bambina come tutte le altre, ma un giorno accadde una cosa al mio fratellino un anno più piccolo di me. Incominciò a stare male, vomitava e gli usciva sangue dalla bocca; e lì la corsa in ospedale. Io e le mie sorelle siamo state portate in casa di parenti ma lì la mia vita è cambiata; non c’era più mia madre con la sua voce e il suo amore, il suo sorriso, la mia infanzia non c’era più. Mia madre e mio padre furono costretti a partire portando con sé il mio fratellino.

In quella casa dove ero stata lasciata incominciai a soffrire, ero costretta a svegliarmi tutte le mattine a fare il caffè per tutti, lo dovevo portare a letto, dopo prendevo secchielli, stracci e via discorrendo e incominciavo a pulire più che mai. Le mie mani erano troppo piccole, dovevo lavare il pavimento a 4 piedi e se non pulivo bene ero presa per i capelli e con un legno ero picchiata.

La mia vita era un inferno, quando veniva il sabato ed era l’ora di lavarci io venivo per ultima, nella vasca da bagno dov’era buttata l’acqua sporca in cui erano lavati i miei fratelli e dove venivano fatti fisiologici.

Ero distrutta, volevo la mia mamma, volevo tornare a casa mia.

Una sera, mentre andavo a letto, ebbi dei dolori forti allo stomaco e m’inginocchiai a terra, mi lamentavo, lei mi sentii e mi chiese cosa avessi, ma avevo troppa paura per dirgli cosa avevo, così risposi nulla, ma in quel momento piansi e gridai dentro di me Gesù aiutami!

In quel momento tutto cambiò, il corridoio dove mi trovavo si illuminò davanti a me, c’era una figura, un fascio di luce non sono riuscita a vederlo in faccia ma venne vicino a me mi prese in braccio e mi porto a letto, mi accarezzo dandomi tutto il suo amore, mi fece sentire amata e mi diede un amore che andava aldilà dell’amore che mi dava mia madre, era forte diverso e unico. Lui in quella sera divenne il mio migliore amico, non mi ha lasciata un attimo, vivevo quei giorni che passavano con più forza e serenità ma lei non era contenta e mi trattava sempre più male; per me sorridere era vietato così da tutte le faccende che lei mi dava io finivo più in fretta che potevo, per poterlo incontrare, ma il Signore era sempre vicino a me, conoscevo la Sua parola, perché era Lui me la insegnava, ero felice ma pur sempre una bambina.

Un giorno, mio fratello si aggravò, io stavo sorridendo lei venne vicino a me con tanta rabbia e mi prese per i polsi dicendomi che ridi tuo fratello sta morendo ed è solo colpa tua e con violenza mi butto contro il muro e li non capi più nulla, e chiesi Gesù ma com’è possibile che la colpa è mia, io quel giorno non ho giocato con lui e non lo preso nemmeno in braccio e non lo avevo neanche fatto cadere; lì la mia piccola vita era finita, il mio sorriso si spense e non ho più sorriso e n’è parlato con il mio migliore amico che era Gesù, non lo cercai più!

Erano trascorsi quasi due anni e venne mio padre a casa e stava sistemando il tutto per le veglie funebri, aveva raccomandato di sistemare il lettino nel salone con delle lenzuola bianche il mio fratellino se ne stava andando era solo questione di attimi, ore, secondi, dipendeva dalla forza del suo corpicino. A mia madre non le fu detto nulla fu mandata a casa con una scusa e nel frattempo si aspettava la telefonata per dirle che era morto. Quando mia madre entro dalla porta mi guardo e mi disse Cetti cosa hai? Io le risposi nulla, guardò quella persona e le disse cosa ha mia figlia? Lei rispose niente cosa vuoi che abbia; mia madre butto delle pillole con un liquido all’interno e si allontanò. Nel frattempo, quella brutta donna mi guardo con un tale disprezzo che senti il mio corpo gelare, presi quelle pillole e mi allontanai, ma mia madre si girò di colpo mi guardo e disse Cetti apposto si sì le dissi e salì al piano di sopra.

Era trascorso così tanto tempo da quando non parlavo più con il mio Gesù, ma in quel momento lo chiamai e gli dissi: Gesù ci sei? Lui venne all’istante mi riempì ancora una volta del suo amore ed io gli dissi: Sai, mio fratello sta morendo, ti prego salvalo io so che tu puoi farlo! Così, presi tutte quelle pillole e gli dissi prendi la mia vita perché io senza di lui non vivo. poi sapendo che lo ucciso io, così non posso vivere, ma se tu ci sei, se esisti veramente io non voglio vivere una vita così, se tu ci sei salvalo e fatti conoscere nella mia vita; e Lui mi disse: Butta fuori quelle pillole io mi guardai intorno e dissi: incredula, o io sono pazza o tu esisti veramente, ormai per me non puoi fare nulla ma salva mio fratello e per la terza volta udì quella voce: buttali! io lo feci ma ormai liquido che contenevano l’avevo già bevuto? Ma quel giorno Lui aveva altri piani per me e mi disse io lo guarito! Così scesi le scale e il telefono iniziò a squillare e tutti piansero, ma io avevo la certezza che mio fratello fosse stato guarito e gli dissi non temete prendete il telefono quando alzarono la cornetta, si udì un grido che diceva: gloria a Dio, gloria a Dio, miracolo Domenico è stato guarito, stiamo venendo a casa ma Domenico viene con le sue gambe! In realtà Dio fece due miracoli quel giorno, guarì mio fratello, ma guarì anche me e mia madre; lei era nata in una famiglia cristiana poi conobbe mio padre e si allontanò dal Signore, ecco perché a casa mia non c’era nessuna immagine di Gesù, lei è tornata a casa e da quel giorno di 40 anni fa’ amiamo e serviamo Dio!

A chiunque conosce e serve Dio vorrei dire che la sua parola non si diparta mai dalla sua bocca ma meditiamola giorno e notte non avendo paura di metterla in pratica giorno e notte.

Nunzia Pulvirenti, felice di servire Cristo


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