Cresce il numero di bambini che per mancanza di posti disponibili non possono frequentare l’asilo. Il problema riguarda il nord e il sud del Paese, e non fanno eccezione quelle città in passato considerate modelli d’eccellenza. E’ sempre più emergenza in Italia per le scuole dell’infanzia strette tra la morsa dei tagli da parte delle amministrazioni locali e la richiesta crescente delle famiglie. In molte città ormai i genitori sono rassegnati e se prima tentavano almeno la domanda di iscrizione ora rinunciano a priori visto che spesso i posti disponibili sono irrisori rispetto alle richieste. Non solo, anche laddove i bimbi riescono ad accedere all’asilo molte volte manca personale adeguato o semplicemente manca personale, ma anche materiali didattici per rendere proficua la frequentazione dei bimbi in un’età fondamentale per l’apprendimento. Un problema che riguarda il nord come il sud Italia perché con la crisi economica i comuni hanno dovuto tagliare fondi e posti mentre i ceti medi impoveriti hanno dovuto rinunciare alle costose rette degli asili privati. Anche nelle zone dove fino ad ora il rapporto posti disponibili bambini era ottimo le famiglie stanno iniziando ad incontrare difficoltà. A Milano e a Firenze ma anche in Emilia Romagna, esempio di scuola dell’infanzia nel mondo, le mamme infatti iniziano a vedersi rifiutare le domande e tanti bambini restano in lista d’attesa. La stretta sulle scuole dell’infanzia comunali ovviamente spinge ad una maggiore pressione su quella statali ormai al collasso e a molti amministratori comunali non rimane che stipulare convenzioni con le strutture private, fatto anch’esso negli ultimi tempi al centro di ampi dibattiti e che ha prodotto un referendum a Bologna.
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