Siamo abituati ad udire tante cose. Siamo bombardati da mille informazioni, notizie e messaggi. La nostra testa è così piena, le nostre orecchie sono così sature che non sono più capaci di ascoltare. A volte si è pieni di tante cose che viene difficile ascoltare. Dio stesso fa fatica per farsi ascoltare da noi perché siamo indaffarati e spesso può accadere di essere degli uditori dimentichevoli.
L’ascolto implica qualcosa di più che il semplice udire, ascolto è: “udire + azione”, l’atto dell’ascoltare implica la volontà di udire.
“Ma siate facitori della Parola e non soltanto uditori, illudendo voi stessi”. Giacomo 1:22
L’ascoltare implica qualcosa in più del semplice “sentire”, non si tratta di un semplice atto superficiale, significa usare anche il cervello, concentrazione, fare proprie le cose che una persona vuole dirci, cercando di capire il vero significato delle sue parole ed elaborare una risposta che sia coerente con quello che si è ascoltato.
Noi non siamo istintivamente capaci di ascoltare, perché naturalmente siamo concentrati su di noi. L’uomo per natura è egoista, pensa a se stesso, ai propri bisogni, alle proprie necessità. Ognuno è un mondo a se stesso. Per natura non siamo propensi ad ascoltare i bisogni degli altri intorno a noi. Si pensa che nel momento in cui si ascoltano i bisogni dell’altro ci si perde qualcosa.
Uno dei più grandi ostacoli alla benedizione sulla nostra vita è proprio l’egoismo. Non immaginiamo come la nostra vita potrebbe essere arricchita se solo imparassimo ad ascoltare e a concentrarci anche sui bisogni del nostro vicino.
L’apostolo Paolo esorta: “cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri”.Filippesi 2:4
In un certo senso dobbiamo imparare ad ascoltare, liberandoci da noi stessi.
Ogni qualvolta decidiamo di ascoltare chi ci sta vicino, del bene ricade prima sulla nostra vita e poi sulla vita del vicino.
Deuteronomio 6:1-4; “Questi sono i comandamenti, le leggi e le prescrizioni che il SIGNORE, il vostro Dio, ha ordinato di insegnarvi, perché li mettiate in pratica nel paese nel quale vi preparate a entrare per prenderne possesso, così che tu tema il tuo Dio, il SIGNORE, osservando, tutti i giorni della tua vita, tu, tuo figlio e il figlio di tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandamenti che io ti do, affinché i tuoi giorni siano prolungati. Ascoltali dunque, Israele, e abbi cura di metterli in pratica, affinché venga a te del bene e vi moltiplichiate grandemente nel paese dove scorrono il latte e il miele, come il SIGNORE, il Dio dei tuoi padri, ti ha detto.
Ascolta, Israele: Il SIGNORE, il nostro Dio, è l’unico SIGNORE”.
Il Signore, lungo tutto l’arco della storia della salvezza, ci invita e ci comanda di ascoltare Lui. A questo è legata la possibilità di avere la benedizione: ascolta, Israele, ascolta e vivrai.
In questi passi Dio sta richiamando l’attenzione del popolo: ASCOLTA ISRAELE.
Dio sta cercando di distogliere il tuo sguardo da mille altre cose che ti passano dalla testa, ti sta chiedendo di ascoltare con attenzione e concentrazione perché Lui desidera parlarti, ha da dirti qualcosa di molto importante.
Deuteronomio 6:7-9; “Questi comandamenti, che oggi ti do, ti staranno nel cuore; li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, te li metterai sulla fronte in mezzo agli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle porte della tua città”.
Tutto ciò che riguardava i comandamenti, la legge, Dio, doveva essere il “Soggetto” principale di ogni discussione e conversazione. La Parola non doveva mancare dalle loro conversazioni, non era qualcosa che doveva rimanere nel cuore, ma qualcosa da inculcare ai propri figli.
Dio e i suoi comandamenti dovevano far parte della loro vita.
Era qualcosa di molto importante, questo li avrebbe preservati dal dimenticare Dio che li aveva fatti uscire dall’Egitto.
Deuteronomio 6:10-15 Quando il SIGNORE, il tuo Dio, ti avrà fatto entrare nel paese che giurò ai tuoi padri, Abraamo, Isacco e Giacobbe, di darti; quando ti avrà condotto alle grandi e belle città che non hai edificate, alle case piene di ogni bene che non hai accumulato, alle cisterne che non hai scavate, alle vigne e agli uliveti che non hai piantati, quando mangerai e sarai sazio, guardati dal dimenticare il SIGNORE che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Temerai il SIGNORE, il tuo Dio, lo servirai e giurerai nel suo nome. Non seguirete altri dèi, presi fra gli dèi degli altri popoli intorno a voi, perché il tuo Dio, il SIGNORE, che sta in mezzo a te, è un Dio geloso; l’ira del SIGNORE tuo Dio si accenderebbe contro di te e ti farebbe scomparire dalla terra.
Dimenticare il Signore significava far posto ad altro nella propria vita. Ricorda Dio è geloso!
Se Dio e la Sua Parola non sono il “Soggetto” dei tuoi discorsi lo sarà qualcos’altro.
Non dimenticare che tu hai il compito di “inculcare i tuoi figli”, qui si intende letteralmente i propri figli, come famiglia, ma estendendo il suo significato ci parla di fare discepoli.
Questo ci rimanda al Grande Mandato che Gesù ha dato ai suoi discepoli di quel tempo e che oggi rinnova a tutti noi: “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente”.
Matteo 28:19-20
Per questo nuovo anno Dio desidera richiamare la nostra attenzione, ci dice: “ASCOLTA” e ci ricorda il perché Lui ci ha scelti, per andare e portare frutto.
Non sei stato salvato solo per il tuo benessere spirituale ed individuale ma anche per andare, inculcare e fare discepoli.
Scoprirai che mentre ti sei concentrato sull’ascoltare le anime che intorno a te muoiono, la benedizione scenderà sulla tua vita e sulla tua casa, il Grande Mandato termina con: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente” questa è la prima benedizione che ne viene sulla tua vita.
E non termina qui la sua benedizione: “I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento e quelli che avranno insegnato a molti la giustizia risplenderanno come le stelle in eterno”.
Daniele 12:3
Ritornando a quanto affermato all’inizio: “L’ascoltare implica qualcosa in più del semplice “sentire”, non si tratta di un semplice atto superficiale, significa usare anche il cervello, concentrazione, fare proprie le cose che una persona vuole dirci, cercando di capire il vero significato delle sue parole ed elaborare una risposta che sia coerente con quello che si è ascoltato”.
Ti invito a formulare la tua risposta a Dio stesso, cosa ne farai di questa Parola?
Francesco Caldaralo – notiziecristiane.com
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