Negli ultimi due giorni tutti i giornali titolavano “In commercio la Marijuana legale senza effetti psicoattivi”; “Arriva in Italia la Marijuana legale”. Si tratterebbe di una sostanza fumabile, detta Eletta Campana, prodotta dall’azienda emiliana Easy Joint (che significa spinello facile), con un basso contenuto di Thc (il principio attivo della cannabis) capace di provocare rilassamento, combattendo i dolori articolari, mestruali e le cefalee. Ma secondo Giovanni Serpelloni, ex direttore del servizio anti droghe della presidenza del Consiglio, questa “è solo una trovata commerciale menzognera dagli effetti pericolosi”.
Serpelloni, che sostanza è l’Eletta Campana?
Bisognerebbe capire esattamente la composizione e la derivazione del prodotto, dato che gli stessi produttori non sono stati chiari nel lancio di questa sostanza. Dalle notizie che abbiamo si capisce però che si tratta di un preparato tratto dalla canapa che non ha un contenuto di Thc in grado di provocare effetti come l’euforia, le allucinazioni o la distorsione della realtà, come invece accade fumando gli spinelli veri. Infatti, la pianta della cannabis può essere utilizzata anche in altri modi, ad esempio, per produrre fibre tessili come la juta, le quali non contengono alcun principio attivo psicoattivo. L’unica cosa che accadrebbe fumandole è di ledere i propri polmoni come con le sigarette, dato che fumare juta non può che essere tossico. Per capirci: è come fumarsi la tela di un sacco.
Eppure l’azienda e giornali parlando di effetti rilassanti e antidolorifici ma non psicoattivi. Sembra quasi che si annunci: “Avrete gli stessi effetti che vi dà la droga, ma senza i danni cerebrali annessi”.
Se questo prodotto non contiene Thc è difficile che produca rilassamento o che lenisca i dolori. Perciò mi pare solo una bella trovata commerciale che dice: facciamo una canapa legale che potete comprare e fumare, attirando coloro che sono incuriositi dalla Marijuana ma ne hanno paura. E così, con il finto marchio “cannabis senza effetti psicotici”, faranno un sacco di soldi. Mentre l’unica possibilità per cui questa sostanza abbia gli effetti descritti dall’azienda reggiana è che abbia un effetto placebo.
Cioè di autosuggestione?
No, l’effetto placebo è realmente curativo. Mi spiego: dicendo ad un gruppo di persone che sta assumendo un determinato farmaco, ma in realtà gli somministro, ad esempio, dell’acqua, è provato che questa produce, nel 40 per cento dei casi, l’effetto atteso. Prendiamo la dopamina, che produce piacere e rilassamento. Se dico ad un paziente che un pillola lo rilasserà, anche se di per sé questa pillola non ha effetti di alcun tipo, accade che il solo pensiero fa si che il corpo produca degli ormoni naturali, come l’endorfina, necessari a rilassarsi. Non a caso, se davvero questa Easy Joint producesse sostanze con effetti sedativi sarebbe costretta a vendere solo su ricetta medica.
Ma allora perché presentare una cosa per quella che non è?
Per fare soldi. Solo che gli effetti di questa campagna sono pericolosi, perché mentendo stimolano la fantasia dei consumatori, promuovendo in maniera subliminale l’uso di cannabis. Come avvenuto nelle campagne americane per il tabacco o l’alcol per i minori: le aziende dicono che il livello minimo di tabacco o alcol ha comunque effetti piacevoli senza danni collaterali, in modo che i giovani si avvicinino con più facilità e chiedano poi sempre di più. Arrivando al tabacco vero e proprio.
Pensa davvero che fumando una cosa innocua come questa si possa arrivare all’uso di altre droghe?
Se avverrà non lo sappiamo, ma è certo che se uno era magari frenato dalla legge o dal fatto che la cannabis fa male, illudendosi che non è così può spingersi oltre. Questo, ripeto, è accaduto, in altre campagne come quelle citate sopra. Inoltre si abitua la gente a pensare che si possa fumare lo spinello in pubblico e legalmente.
E tutto questo accade mentre si spinge per la legalizzazione della cannabis.
Non è un caso: questa menzogna introduce nell’immaginario sociale l’idea che ormai il divieto alla cannabis sia stato superato e che questa non è per forza pericolosa, aprendo così la strada alla normalizzazione delle sostanze oppiacee. L’industria così farà tanti soldi a nostre spese: il sistema sanitario dovrà prendersi a carico una generazione crescente di giovani dipendenti dalla droga.
di Benedetta Frigerio | Lanuovabq.it
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