I suoi guai iniziati dopo la denuncia della distruzione delle chiese da parte del governo di Pechino.
Sabato 7 gennaio con l’accusa di sottrazione di fondi è stato arrestato in Cina Joseph Gu, pastore della Chongyi church, la più grande chiesa protestante ufficialmente riconosciuta dal governo di Pechino, creata nel 1866 grazie all’opera missionaria del metodista britannico Hudson Taylor.
La notizia è stata resa nota soltanto in questi giorni e le accuse paiono generiche e reiterate, in quanto esattamente le stesse che giusto un anno fa costrinsero Gu ad un altro periodo detentivo, di circa due mesi. I guai con la giustizia del pastore evangelico, che è anche membro del Consiglio cristiano di Cina, denominazione che raggruppa le chiese protestanti della grande nazione asiatica, hanno avuto inizio a partire dal 2014, da quando è stato uno dei più accesi critici della campagna di distruzione delle croci, decisa dal governo cinese, voluta colpire i fedeli nei simboli di appartenenza. Migliaia gli edifici abbattuti con risibili motivazioni legate alla sicurezza degi stabili nascondono in realtà il tentativo pianificato di impedire l’approccio della popolazione con il vasto panorama cristiano. Il periodo delle festività natalizie vede ogni anno un’impennata degli arresti di pastori e fedeli cristiani, in quanto considerata evidentemente una fase critica dalle autorità politiche, quando la fede cristiana vive uno dei suoi momenti più intensi.
La Chongyi church è una delle più grandi dell’intera Cina, con un’area di 12500 metri quadrati che può accogliere fino a 5500 fedeli. Negli anni scorsi vi hanno predicato alcuni celebri pastori non cinesi quali Franklin Graham, di recente impegnato anche nella cerimonia di insediamento del neo presidente statunitense Donald Trump, e Luis Palau, un altro fra i più noti evangelical a stelle e strisce.
Secondo varie stime sarebbero circa 100 milioni i cristiani in cina, in larga parte protestanti, in rapida crescita ma anche difficili da censire perché molte sono le persone e le comunità che vivono la propria fede in maniera riservata, per non dire clandestina, al fine di evitare ritorsioni o quant’altro. D’altronde il presidente cinese Xi Jinping ha in diverse occasioni ribadito come le religioni debbano subire un processo di sinizzazione, plasmarsi cioè sulla società socialista per una fattiva collaborazione con gli organi statali al fine di promuovere la crescita sociale della nazione. Slogan che nascondono in realtà un preciso disegno di controllo egemonico di ogni aspetto della vita degli individui.
Foto By Bolobolo – Own work, CC BY-SA 3.0, Link
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