Arabia Saudita, no al diritto di culto a altre religioni

Il ministro della giustizia saudita, Muhammad Isa, ha lasciato intendere che l’Arabia Saudita non riconoscerà mai il diritto di culto ad altre religioni. In un’esclusiva pubblicata su Clandestinoweb, Dimitri Buffa, ricorda che il nome del politico in arabo significa “Maometto Gesù”, quasi per ironia della sorte.“Quello che ha raccontato la massima autorità in materia religiosa – scrive – non ha nulla di ecumenico, né di buonista. Forse per questo gli altri giornali italiani ed europei hanno fatto finta di niente”.

Il sito del quotidiano “Al quds al araby”, che riporta la notizia, secondo Buffa, ricorda che l’audizione di Isa era stata richiesta proprio dai parlamentari europei che si attendevano un po’ di ipocrisia diplomatica e non le dure parole di chiusura del ministro della giustizia saudita.

“Anche perché negli altri paesi del Golfo la professione della religione cristiana, quella ebraica neanche a parlarne, è tollerata in forma strettamente privata. Cioè nelle case di abitazione. E questo perché Dubai, Abu Dhabi e altri di questi paesi sono pieni di lavoratori cristiani filippini e questa è stata una concessione loro accordata dopo anni di frustate in pubblico. In Arabia Saudita invece le altre religioni monoteiste, nonché i simboli che le rappresentano, vedi croce e stella di Davide, sono proibite nè più né meno dell’alcool”, scrive ancora il giornalista, ricordando che chi viene beccato con  una bibbia o un vangelo, è punito con il carcere.

(fonte Roma Capitale News)


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