A pochi giorni dal terribile nubifragio in Sardegna e dalla devastazione in Francia, sulla Costa Azzurra, è la Sicilia a subire la medesima calamità, con un ciclone che ha colpito il messinese e tante bombe d’acqua che stanno colpendo il resto della regione.
Più precisamente è stata colpita l’area compresa fra Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto, con fiumi di acqua e fango che hanno travolto ogni cosa rievocando le stesse scene di distruzione vissute altrove, mentre, a distanza di poche ore le bombe d’acqua si susseguono da Palermo a Siracusa. Nello stesso giorno, una violenta tromba d’aria si è abbattuta nel nisseno, con danni soprattutto alle auto colpite dagli alberi sradicati e caduti per la furia del vento, mentre un pesante nubifragio ha colpito nella stessa giornata di sabato la zona di Napoli e Salerno: e meno male che quando il miracolo di San Gennaro si ripete due volte l’anno, la diocesi campana dichiara solennemente che l’evento prodigioso è “foriero” di benedizioni” per i devoti partenopei (.)
Già nel 2009 lo stesso territorio di Messina era stato coinvolto dalla enorme frana che investì il comune di Giampilieri, causando ingentissimi danni al sistema viario e alle abitazioni civili, sicchè ancora una volta siamo testimoni di scene di disperazione che non conoscono distanze chilometriche, differenze culturali o di costumi: dal Sudamerica all’Australia, dalla Sicilia alla Francia, le urla di dolore sono identiche, con le proteste della cittadinanza che imputa la responsabilità del disastro agli amministratori comunali, “rei” della mancata tutela delle aree a rischio idrogeologico! Del fatto che i fenomeni climatici sono troppo ravvicinati, che il clima sta peggiorando e che le alluvioni colpiscono qualsiasi nazione, pochi ne parlano. Come ai tempi di Daniele, nessuno dei maghi o incantatori del re Nabucodonosor fu in grado di comprendere il significato del sogno del re (Dan. 2:2), così oggi nessun leader politico, finanziario, esperto dell’ambiente o autorità religiosa di spicco riesce a leggere nei “segni dei tempi” quel chiaro avvertimento divino rivolto a tutta la terra: ma dov’è la Chiesa che dovrebbe allertare il mondo? Dove sono le sentinelle di Dio? Come spesso ripeto nei miei post, la società del terzo millennio vive esattamente con l’identica mentalità dell’epoca di Noè (…si mangiava, si piantava, si andava a moglie/marito), nonostante i testi sacri – vi abbiamo mai fatto attenzione? – non riportino che quella società ante-diluviana si fosse macchiata di un qualche gravissimo peccato: l’unica nota di rilievo su cui dovremmo riflettere riporta l’attitudine del mondo di allora a compiere le proprie normali attività umane (si beveva, si piantava), laddove Noè preparava l’Arca e la gente ne ignorasse gli avvertimenti.
E oggi cosa c’è di diverso? Nulla! Si mangia e si beve, cosa che del resto facciamo anche noi credenti, ma a differenza degli altri stiamo in allerta e vegliamo mentre fatichiamo? Se l’attesa dei primi cristiani palpitava per il ritorno di Cristo, quanti predicano sulla necessità del ravvedimento in vista della venuta del Signore? Quanti tengono desta l’attenzione del popolo, parlando e commentando quel che sta succedendo nel mondo? Caro lettore, convinciti che tutti gli avvenimenti odierni, sia essi si riferiscono alla politica (N.B. l’Europa guadagna terreno perché essa trainerà il futuro rinato Impero Romano) o all’etica umana (orgoglio gay, desiderio di pace a tutti i costi), e sia essi riguardino la spiritualità (ecumenismo cattolico-evangelico, annacquamento del vangelo), esigono un’interpretazione esclusivamente profetica sulla quale nessun autentico cristiano può soprassedere. Pertanto, poiché gli esperti del clima parlano oramai di un autunno che sarà imprevedibile sotto ogni punto di vista, ti esorto a non lasciarti sgomentare dagli eventi ma, piuttosto, a vivere ogni giorno come quel servo diligente e zelante che aspettava l’arrivo del padrone in ogni momento della giornata.
Salvatore Di Fede | notiziecristiane.com
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