Apatia, Indifferenza, Religiosità

apatiaLa storia insegna che è stata una delle malattie psicologiche più diffuse assieme alla depressione. La malattia si sviluppa più frequentemente nei giovani maschi. Potrebbero esserci diverse causa che contribuiscono allo sviluppo di tale problema, per esempio: fare sempre le stesse cose tutti i giorni, fare tutte le cose monotone, la routine di tutti i giorni, una vita poco stimolante che l’ambiente offre, a volte è proprio la mancanza concreta di stimoli nel settore in cui si opera o nel contesto famigliare che spinge il soggetto, magari un po’ più fragile, a diventare apatico, …

… sì sto parlando di Apatia.

Da un punto di vista strettamente etimologico, apatia viene dal greco a-pathos che altro non significa che “senza emozione”. Vengono a mancare le emozioni che sono il motore della vita e della quotidianità. L’apatia si esprime sotto forma di indifferenza e di inerzia fisica. Spesso al suo sviluppo contribuiscono momenti di difficoltà, tanto economica quanto emotiva.

Non desidero parlare dell’Apatia in se, in senso patologico, ma vorrei portare la vostra attenzione sull’apatia spirituale che nelle chiese e soprattutto tra i giovani sta dilagando sempre più.

Giovani che non interagiscono nelle varie attività di chiesa, sono abituati a frequentare una chiesa 2\3 volte alla settimana e riducono solo a questo la vita in Cristo. Per loro sembrano non esistere altri tipi di interessi spirituali, altri obiettivi, sembrano non mostrare la voglia di realizzare una crescita spirituale più “alta”, la voglia di fare nuove esperienze, scelgono di accontentarsi di una vita cristiana mediocre, priva di frutti e di quella gioia esuberante che Gesù ha promesso.

Personalmente credo che sempre più giovani si ritrovano a vivere una vita apatica perché probabilmente non si sono convertiti a Cristo ma ad una religione. Non hanno accettato Gesù come Signore e Salvatore della propria anima ma hanno accettato l’etica cristiana, le norme cristiane, una cultura evangelica.
Di conseguenza è naturale che dopo un po’ diventano apatici, perché la religione non può dargli nulla, tolti quei momenti iniziali di cambiamento che li schiodano dalla loro routine quotidiana, con il tempo il modo di fare di quella religione diventa il loro nuovo “modo di fare” e tutto ritorna in breve, alla monotonia, la monotonia toglie la motivazione e questa crea l’apatia spirituale.

Non è la religione che trasforma e dà un senso alla vita ma è Gesù. Molto probabilmente anche tu che leggi ti rendi conto di essere apatico, non hai voglia di seguire le varie attività della chiesa, esse non ti stimolano più e magari pensi: “Ci vorrebbero delle nuove iniziative, dovremmo essere proiettati di più all’esterno come chiesa, dovrebbero lasciare più spazio a noi giovani ed incoraggiare i nostri talenti”. Queste sono cose vere e che credo fortemente che debbano esserci, credo molto nella nuova generazione. Ma se non hai Cristo vivente in te, Cristo che ogni giorno ti riempie della Sua presenza colmando ogni vuoto, ogni area della tua vita, ben presto caro lettore ti stancheranno anche le cose che tu stesso hai proposto, perché per te saranno soltanto un “nuovo modo di fare le cose”.

Apatia, indifferenza, pigrizia spirituale, mancanza di zelo e di fuoco per le cose del Signore, costituiscono un pericolo in cui tutti i credenti possono cadere. L’apatia, toglie la visione spirituale e l’interesse per la Parola di Dio, dà al nemico la possibilità di introdursi furtivamente nella vita dei cristiani portandoli a “perdere” la presenza di Dio nei loro cuori, “perdere” nel senso che non arrivano più a sentirla.

Ai tempi Samuele la condizione spirituale del popolo era pessima.
“In quel tempo, non c’era re in Israele; ognuno faceva quello che gli pareva meglio.” Giudici 21:25
Non c’era re in Israele ma vi era ancora un giudice, solo che la sua condotta era molto particolare. In quel tempo vi era Eli, fu giudice di Israele dal 1107 al 1067 per 40anni, ed era anche sacerdote.

Sia il sacerdote Eli che la sua casa avevano seri problemi, vi cito degli esempi:
“I figli di Eli erano uomini scellerati; non conoscevano il SIGNORE.” 1 Samuele 2:12
“Il peccato di quei giovani era dunque grandissimo agli occhi del SIGNORE, perché disprezzavano le offerte fatte al SIGNORE.” 1 Samuele 2:17
Eli non fu neanche un buon padre, egli sapeva che i figli traviavano il popolo di Dio ma lui non prese mai posizione ferma e risoluta davanti al degrado creato dai figli. I figli, per Eli, erano più importanti di Dio.
“Allora, perché calpestate i miei sacrifici e le mie oblazioni che ho comandato di offrire nel mio santuario? Come mai onori i tuoi figli più di me e vi ingrassate con il meglio di tutte le oblazioni d’Israele, mio popolo?”” 1 Samuele 2:29

Nonostante lui fosse sacerdote e giudice la parola ci dice che: “Il piccolo Samuele serviva il SIGNORE sotto gli occhi di Eli. La parola del SIGNORE era rara a quei tempi, e le visioni non erano frequenti.” 1 Samuele 3:1
Oramai Eli aveva ben poco di spirituale e la sua comunione con Dio era finita. Eli era abituato a non ascoltare più la voce di Dio, infatti quando Dio parlerà al piccolo Samuele, Eli chiederà al piccolo cosa Dio gli aveva detto. La parola era rara a quei tempi, Eli ormai era diventato un vecchio religioso, era lì sempre presente nel tempio, faceva regolarmente e giornalmente le sue funzioni per Dio, ma in realtà lui non aveva più comunione con Dio, nel suo agire non c’era più un fare spirituale mosso per l’amore che aveva per Dio, era al tempio solo perché così comandavano le prescrizioni, ma lui non bramava più la voce di Dio, era diventato “normale” non udire più la voce di Dio.  Egli non dormiva più presso l’arca dell’Eterno dove poter udire la voce di Dio. In quella sala ci andò a dormire il piccolo Samuele dove Dio gli parlò.
Eli non era più fedele a Dio, non si adoperava più per adempiere la volontà di Dio ma pensava alla propria, ai propri desideri e bisogni: “Io mi susciterò un sacerdote fedele, che agirà secondo il mio cuore e secondo il mio desiderio; gli darò una casa stabile ed egli sarà al servizio del mio unto per sempre.” 1 Samuele 2:35

Eli non riconosceva più i “movimenti” di Dio:
• “La sua preghiera davanti al SIGNORE si prolungava, ed Eli osservava la bocca di lei. Anna parlava in cuor suo e si movevano soltanto le sue labbra, ma non si sentiva la sua voce; perciò Eli credette che fosse ubriaca e le disse: «Quanto durerà questa tua ubriachezza? Va’ a smaltire il tuo vino!” 1 Samuele 1: 12-14
• “Il SIGNORE chiamò Samuele, il quale rispose: «Eccomi!» Poi corse da Eli e disse: «Eccomi, poiché tu mi hai chiamato». Eli rispose: «Io non ti ho chiamato, torna a coricarti” 1 Samuele 3:4-5

Non era più capace di discernere una persona spirituale, o di percepire quando Dio desiderava parlare.
Questo è quello che una persona religiosa si ritrova a vivere. Non sente più la presenza di Dio, non sente più la voce di Dio, non vive più nel “luogo” dove dovrebbe trovarsi, non riconosce i movimenti dello Spirito Santo, la sua vita corre inesorabilmente verso la mediocrità, non realizzerà mai una vita esuberante.

Se questa caro lettore è la tua condizione, probabilmente non hai accettato Gesù nel tuo cuore permettendogli di fare di te una nuova persona, ma hai accettato una religione, magari una nuova religione. Che per quanto buona sia, in se stessa non ha vita, è Gesù la vita: “Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.” Giovanni 14:4

Tu puoi avere accesso al Padre, accesso alle cose spirituali, accesso alle ricchezze del cielo, accesso alla vita Eterna solo attraverso Gesù Cristo. Altre cose, persone, figure spirituali, religioni, non ti porteranno mai al Padre, queste sono cose create dagli uomini. La religione è il tentativo umano di raggiungere Dio, ma non c’è né bisogno perché Dio ha già raggiunto l’umanità mandando Gesù sulla terra a morire sulla croce per i peccati dell’intera umanità, è di tale sacrificio che ti devi appropriare, non di una religione con tutti i suoi rituali vuoti e inutili.

Come dicevo prima, dopo un po’ la religione ti stancherà perché non ti meraviglierà più, essa in se è vuota, presto ti risulterà monotona. Quello che rende la religione, ma direi le persone di quella religione, persone allegre ed esuberanti è lo Spirito di Dio. Lo Spirito di Dio è capace di mostrarti sempre cose nuove riguardo alla persona e all’opera di Gesù.

Ad un certo punto della storia di Eli, il popolo si ritrova in battaglia contro i Filistei, e quest’ultimi hanno la meglio sul popolo di Dio e li derubano anche dell’arca del patto che era simbolo della presenza del Signore tra il popolo. In quel momento una nuora di Eli partorì, diede alla luce un bambino: “Al suo bambino mise il nome di Icabod, dicendo: «La gloria si è allontanata da Israele!», perché l’arca di Dio era stata presa, ed erano morti suo suocero e suo marito. E disse: «La gloria si è allontanata da Israele, perché l’arca di Dio è stata presa».” 1 Samuele 4:21-22

Israele rimase privo dell’arca simbolo della presenza di Dio.
Differentemente da quello che di solito una nascita produce, cioè una grande gioia, una gioia che porta a dimenticare il dolore del parto stesso, questa donna mentre partoriva non provava gioia: “Mentre stava per morire, le donne che l’assistevano le dissero: «Non temere, poiché hai partorito un figlio». Ma lei non rispose e non ci fece caso.” 1 Samuele 4:20
Ormai la presenza di Dio era andata via dal popolo. Anche se il figlio di questa donna in un futuro avrebbe potuto ricoprire una carica importante nel popolo, cosa importava? Israele senza il suo Dio non era nulla. Esattamente come la religione senza Dio non serve a nulla.

Se cammini con Dio non smetterai mai di meravigliarti, non smetterai mai di scoprire cose nuove intorno a Dio e alla vastità della Sua opera in cielo e sulla terra. L’opera di Dio ti meraviglierà sempre.
“Questa è opera del SIGNORE, è cosa meravigliosa agli occhi nostri.” Salmi 118:23
“Mediterò sul glorioso splendore della tua maestà e sulle tue opere meravigliose.” Salmi 145:5

L’opera di Dio è meravigliosa, essa non smetterà mai di meravigliarti, leggi che bella promessa il popolo riceve:
“Come nei giorni in cui uscisti dal paese d’Egitto, io ti farò vedere cose meravigliose.” Michea 7:15

Dio non ha smesso di operare meraviglie, Egli ancora oggi può meravigliare e motivare il tuo cuore.
Quello che tanti giovani oggi non sperimentano è il vivere nello Spirito, vivono molto nell’anima, seguendo le proprie sensazioni, sentimenti ed emozioni, e quando queste non sono più appagate ecco che diventano demotivati ed apatici.
Dio ha promesso una vita esuberante, se non stai sperimentando più una vita esuberante, vuol dire che c’è qualcosa che non va in te, forse sei diventato solo un religioso.
L’opera di Dio non potrà mai smettere di meravigliarti e di emozionarti, essa produrrà sempre in te un cantico di gioia: “Essi stavano in piedi, avevano delle arpe di Dio, e cantavano il cantico di Mosè, servo di Dio, e il cantico dell’Agnello, dicendo: «Grandi e meravigliose sono le tue opere, o Signore, Dio onnipotente; giuste e veritiere sono le tue vie, o Re delle nazioni.” Apocalisse 15:2-3
Grandi e meravigliose sono le opera di Dio.

“Il ladro non viene se non per rubare, ammazzare e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.” Giovanni 10:10
Gesù è venuto per darti una vita abbondante, esuberante, piena, con Lui ti aspetta una vita ricca non vuota, giorni felici non giorni monotoni.
La vera motivazione in te sarà Gesù stesso, non mancheranno gli stimoli nel tuo percorso, prova a leggere la Bibbia, tu puoi fare le stesse esperienze che vi trovi al suo interno, Gesù assorbirà i tuoi interessi e te ne darà degli altri, è Lui la Vita ricordalo.

Francesco Caldaralo – notiziecristiane.com


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