Pietro annuncia a noi oggi che apparteniamo tutti a Dio senza differenze e che quindi la sua Parola non può essere gestita e amministrata ma deve essere donata e condivisa. Pietro lo fa portando Gesù Cristo. Care sorelle e cari fratelli, certamente viviamo tutti e tutte in un momento per nulla facile. La crisi del nostro paese è forte e la sofferenza che ne segue è evidente, colpisce soprattutto quella parte della popolazione più debole e isolata che già non aveva tutele e reti di protezione. I problemi economici si sommano alla difficoltà di costruire con serenità dei rapporti e delle relazioni, la crisi sociale mette gli uni contro gli altri, la crisi culturale rinchiude il mondo della scuola in una grande fatica amministrativa, potremmo dire che questa sia un’epoca priva di visioni. Ma la chiesa, la nostra chiesa in particolare, che tempo vive? Vive un tempo di visioni o un tempo di rassegnata routine, di inutili contrapposizioni, di sterili deleghe? Intorno a noi ci sono tanti fratelli e sorelle che continuano con passione lo slancio evangelistico, la predicazione e la testimonianza nella chiesa e nella città. Ci sono tanti che ancora si dedicano con gioia al servizio a cui sono stati chiamati, ma nel suo complesso ci stiamo rinchiudendo in una gestione della chiesa con tutti i suoi problemi e fatichiamo ad avere una visione condivisa della predicazione evangelica nel tempo presente: chi è Gesù Cristo qui ed ora?
Nel capitolo 10 del libro degli atti Pietro ha una visione donata da Dio che gli indica una via.
Nel capitolo 10 del libro degli atti Pietro ha una visione donata da Dio che gli indica una via. Come spesso accade in principio la visione non è chiara: una grande tovaglia scendeva su di lui ricca di animali di ogni tipo pronti per essere uccisi e mangiati. Pietro nella visione rifiuta questi cibi perché impuri e la voce di Dio dice: le cose che Dio ha purificate non farle tu impure. Pietro non comprende il significato di questa strana visione ma poi nel momento opportuno la visione diventa chiara e diventa realmente una guida per la missione. Pietro nel momento di iniziare il suo discorso ai pagani in casa di Cornelio comprende quanto il Signore gli aveva precedentemente rivelato: Dio non ha riguardi personali, non fa differenze, tutti i popoli sono accolti da Dio, chiunque crede è gradito al Signore. Una visione simbolica indica alla chiesa primitiva la necessità di ampliare la missione evangelica al mondo intero perché l’evento di Cristo non è per un popolo solo, ma per tutti coloro che cercano Dio con tutto il cuore. La missione della chiesa deve iniziare, allora, da una visione che è comprensione della Parola di Dio per un tempo in particolare.
Qual’è la visione di Dio per la nostra chiesa in questo tempo di crisi, in questo tempo privo di visioni,
Qual’è la visione di Dio per la nostra chiesa in questo tempo di crisi, in questo tempo privo di visioni, di sguardi e di comprensione? Come possiamo azzardare una risposta! La visione è di Dio ed è lui che dona la sua visione a coloro che lo cercano. Prima di tutto allora questo è il tempo della preghiera e della meditazione: Signore donaci di comprendere la tua volontà, di meditare sulla tua Scrittura in questo tempo e di trovare la visione corretta per essere una fedele chiesa in missione. Ma a noi serve una visione condivisa, non la visione di uno, ma l’essere tutti uno nella visione di Dio. Serve alla chiesa l’unità, la comunione, la fraternità. Alla chiesa necessita la comunione fraterna per confrontarsi nella meditazione e per muoversi nel terremo della testimonianza dove tutti i ministeri e tutti i doni vengono messi all’opera. Tempo di preghiera, tempo di meditazione, tempo di unità ma soprattutto tempo di lavoro. Questo tempo è il tempo in cui nessuno può tirare i remi in barca, nella società e nella chiesa, è il tempo dell’assunzione di responsabilità e di intraprendere la missione evangelica con rinnovata passione. La visione c’è già, è una visione chiara ed evidente, è una visione che non può essere discussa se crediamo in Cristo Gesù nostro Signore.
uesta visione è la testimonianza, la missione tra la gente
Questa visione è la testimonianza, la missione tra la gente e tra quella gente che è ancora estranea e che ha perso nella propria vita ogni visione, ogni speranza. Il presupposto di questo compito, di questa visione è proprio la visione di Pietro e di quella prima chiesa tra i pagani: Dio non ha preferenze di persone, tutti sono accolti da Dio in Gesù Cristo. Allora noi non possiamo avere preferenze nella nostra attività di testimonianza, non possiamo dire: prima quelli che sono dentro – i membri – poi gli altri, e gli altri devono essere come noi per essere accolti; non possiamo mettere da parte quelli che già sono membri di chiesa ma che sono diversi, per svariati motivi; non possiamo smettere di ascoltare e di accolgiere preferendo alcuni, solo alcuni! Se Dio non ha preferenze, chi siamo noi per decidere chi sia meglio? In questo tempo la chiesa unita deve curare chi ancora non c’è, curare gli uomini e le donne delle nosrte città e dei nostri paesi, che cercano aiuto e sostegno per ritrovare fiducia e speranza nella propria vita. La visione per la chiesa è una chiesa che si offre al mondo. Che cosa potrebbe dire questa chiesa a questo mondo nella cura di chi ancora non c’è? Quante volte abbiamo faticato a convicerci e a convincere della necessità di aprire le nostre porte e di incontare «quelli di fuori» e spesso abbiamo ricevuto come risposta: ma non sappiamo cosa dire, abbiamo timore, ci vergognamo… Pietro annuncia a noi oggi che apparteniamo tutti a Dio senza differenze e che quindi la sua Parola non può essere gestita e amministrata ma deve essere donata e condivisa. Pietro lo fa portando Gesù Cristo. Se dobbiamo curare chi ancora non c’è in chiesa dobbiamo farlo portando Gesù Cristo, la sua missione, la sua opera, la sua morte e la sua resurrezione.
La visione di Dio per la chiesa è ancora una volta Gesù Cristo.
La visione di Dio per la chiesa è ancora una volta Gesù Cristo. Pietro lo fa con una semplicità disarmante, egli racconta della venuta di Cristo, della sua opera per il bene, della sua morte e resurrezione e del fatto che oggi ci sono testimoni di ciò che è accaduto e che Dio cerca e chiama ancora testimoni della venuta e della missione di Gesù Cristo. Una visione semplice mi sembra: annunciare solo Gesù Cristo. Potremmo dire come farlo, con quali strumenti, con quali doni, forse anche con quali soldi ma non dovremo mai dire che non abbiamo cosa dire, che non sappiamo cosa annunciare. Non diciamo neanche che non sappiamo parlare di Gesù perché allora è in gioco il senso della nostra fede prima ancora della visione della nostra chiesa. La chiesa rinasce nella passione per la testimonianza e per la predicazione e il mondo ritrova speranza, ritrova un senso alla propria vita, trova un nuovo orizzonte, una nuova visione. Care sorelle e cari fratelli, accogliamo con gioia e gratitudine anche questo tempo, con tutte le sue difficoltà, perché in questo tempo ci sarà spazio per la Parola di Dio, ci sarà spazio per la testimonianza evangelica perché ora più che mai tutti noi e il nostro Paese abbiamo bisogno di Dio, della sua visione, della sua parola. Accogliamo in questo nuovo anno lo sguardo di Dio che opera per noi una nuova visione di chiesa e lasciamo cadere ciò che è passato e vecchio, ricostruiamo la chiesa curando il mondo intero e affidiamoci con fiducia all’amore di Dio in Cristo Gesù, Amen.
Assunta De Angelis
Fonte: http://www.riforma.it/
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