Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra.
Dobbiamo ricordarci che siamo dei clandestini, che siamo ebrei incatenati, incatenati in un determinato posto, senza diritti ma con mille doveri. Noi ebrei non possiamo far valere i nostri sentimenti, dobbiamo esser forti e coraggiosi, dobbiamo addossarci tutte le scomodità e non mormorare, dobbiamo fare ciò che possiamo e fidare in Dio. Questa maledetta guerra dovrà pur finire, e allora saremo di nuovo uomini, e non soltanto ebrei. Chi ci ha imposto questo? Chi ha fatto di noi ebrei un popolo distinto da tutti gli altri? Chi ci ha fatto tanto soffrire finora? E’ stato Iddio che ci ha fatti così, ma sarà anche Iddio che ci eleverà. Se, nonostante tutte queste nostre sofferenze, alla fine restano ancor sempre degli ebrei, vuol dire che un giorno gli ebrei, anziché essere proscritti, serviranno di esempio.Chissà che non debba ancora essere la nostra fede, quella che insegnerà il bene al mondo e ai popoli, e che per questo, per questo soltanto occorra che noi soffriamo. Non potremo mai diventare soltanto olandesi, soltanto inglesi, o cittadini di qualunque altro paese, ma rimarremo sempre anche ebrei e vogliamo rimanere ebrei.Coraggio! Rimaniamo consci del nostro compito e non mormoriamo; la salvezza verrà, Dio non ha mai abbandonato il nostro popolo. Gli Ebrei sono sopravvissuti attraverso tutti i secoli, gli Ebrei hanno dovuto soffrire per tutti i secoli, ma ciò li ha anche resi più forti; i deboli cadono, ma i forti sopravviveranno e non periranno mai! In quella notte sapevo di dover morire, aspettavo la polizia, ero pronta, pronta come i soldati sul campo di battaglia. Mi sarei volentieri sacrificata per la patria; ma ora che sono salva, il mio primodesiderio è di diventare olandese, dopo la guerra… Giovane come sono, affronto la vita con maggior coraggio di mamma, e ho più di lei radicato il senso della giustizia. So quello che voglio, ho uno scopo, un’opinione, una fede e un amore. Lasciatemi esser me stessa e sarò contenta. So di essere una donna, una donna con forza interiore e molto coraggio. Se Dio mi concederà di vivere, arriverò dove mia madre non è mai arrivata, non resterò una donna insignificante e lavorerò nel mondo e per gli uomini.E ora so che per prima cosa occorrono coraggio e giocondità”.
Quando scrisse questa pagina di diario, l’11 aprile 1944, Anna Frank non sapeva che meno di un anno dopo (31 marzo 1945) avrebbe trovato la morte nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. È un brano che si apre con una riflessione sul destino del popolo ebraico e che termina con un respiro di speranza, destinato purtroppo a rimanere disatteso. Anna era nata nel 1929 in Germania, a Francoforte. Nel 1933 Hitler aveva preso il potere, poi di anno in anno le violenze antisemitiche si erano fatte più feroci; nella “Notte dei Cristalli” tra il 9 e il 10 novembre del ’38 furono distrutte più di 250 sinagoghe, uccisi 400 ebrei, devastati 7500 negozi degli Juden, che in migliaia presero la strada di Buchenwald e Dachau. Otto Frank si era trasferito con la famiglia – la moglie e le figlie Margot e Anna – ad Amsterdam per sfuggire al moloch nazista. Ma il 1° settembre del ’39 iniziò la Seconda Guerra mondiale e nel 1940 i Tedeschi invasero l’Olanda.
Nel giugno del 1942 Anna riceve in dono un quadernino nero rilegato, sul quale inizierà a scrivere il Diario.Meno di un mese dopo, il 6 luglio, dovette nascondersi con la famiglia nell’Achterhuis (alloggio segreto, letteralmente “retrocasa” dall’olandese), un piccolo spazio a due piani posto sopra i locali della ditta di Otto Frank, in seguito ad un invito a comparire inviato a Margot dalla polizia tedesca. L’alloggio segreto era situato in un vecchio edificio prospiciente un canale di Amsterdam. La porta d’ingresso dell’Achterhuis venne in seguito nascosta dietro una libreria girevole.
Io alzo gli occhi ai monti: da dove mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dall’Eterno, che ha fatto i cieli e la terra
Egli non permetterà che il tuo piede vacilli
Colui che protegge Israele non sonnecchia e non dorme.
L’Eterno è colui che ti protegge, l’Eterno è la tua ombra, egli è alla tua destra
L’Eterno ti custodirà da ogni male; egli custodirà la tua vita.
(Salmo 121)
La parola del Signore è incomprensibile: com’è possibile per un ebreo (ma anche per un cristiano..) recitare questo salmo nel 1942? Il 20 giugno di quell’anno, quando sta per diventare una “murata viva” nell’alloggio sul Prinsengracht, Anna a solo 13 anni, fa un breve riassunto della vita del suo popolo, eletto da Dio ma martoriato e angariato dagli uomini. Scrive con estrema limpidezza, mostrando uno Spirito e una Luce interiore che sara’ da esempio ad ogni Ebreo e ad ogni Cristiano fino al giorno in cui Tornera’ Cristo.
Francesco Comito – notiziecristiane.com
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