Angelo M. Ex Capo banda della Magliana

Pace a tutti!
Volevo raccontare quello che il Signore ha fatto nella mia vita. All’età di 14 anni hanno ucciso mio padre e io non credevo più in Dio, per quel poco che credevo diciamo perché da dove vengo io, nella mia famiglia erano quasi tutti atei.
Mio padre era un mafioso e quando gli spararono feci in tempo a vederlo vivo quando mi chiamarono al suo capezzale, e prima di andarsene all’altro mondo mi disse: “Adesso sei tu l’uomo di casa”. L’uomo di casa voleva dire che dovevo fare le stesse cose che faceva lui. Voi sapete che dal giro della Mafia non si può uscire fuori. Mi lasciò proprio una “bella” eredità mio padre; eredità nel senso che era tutto il contrario di quello che era la volontà di Dio, ma io non conoscevo il Signore, non sapevo niente di tutte queste cose.
Fu così che incominciai a frequentare le brutte compagnie. Frequentavo gli amici di mio padre e, pian piano entrai nel giro della mafia, della droga, delle armi, della prostituzione insomma, mi ritrovai a diretto contatto con il pericolo costante.
All’età di 21 anni conobbi una ragazza con la quale mi fidanzai e che oggi è mia moglie. A fianco alla sua abitazione risiedeva una signora anziana che le parlava del Signore, ma all’epoca mia moglie non era ancora una sorella. Questa donna anziana veniva spesso presa in giro da me e dalla mia ragazza ma un giorno bussò alla porta e raccontò che al palazzo dei congressi c’erano degli evangelisti che facevano addirittura miracoli di guarigione.
C’era una donna di nostra conoscenza che aveva un figlio cieco, cosicché la mia fidanzata mi propose di accompagnarla al raduno insieme con il figlio ma io le risposi che non volevo saperne niente. Ricordo che mi stavo preparando per fare un’ultima rapina in una banca. Mi dissi “faccio questa e poi mi sistemo una volta per tutte”.
Volevo davvero bene alla mia fidanzata al punto tale mi chiese di nuovo di accompagnare la signora con suo figlio al raduno degli evangelisti cedetti, a condizione che io avrei aspettato fuori.
Quando arrivai davanti al palazzo dei congressi mi dissi: “Ma tu non hai mai avuto paura di niente; adesso perché dovresti aver paura ad entrare?”. È così, parcheggiai la macchina ed entrai dentro. C’erano più di 5000 persone che glorificavano il Signore. Questi incontri evangelici durarono tre sere; la prima sera li giudicai tutti pazzi. Tutti a gridare “Gloria a Dio… il Signore è grande… ecc.”. La seconda sera durante la predicazione sentii un brivido di freddo attraversarmi tutta la schiena, mi domandai “cosa mi sta succedendo? Chiesi alla mia fidanzata, ma tu senti freddo?” Mi rispose “No, no io non sento niente. Guarda quanta gente che c’è, come fai a sentire freddo?”. Dopo qualche tempo capii che era il Signore che stava operando già nella mia vita. La terza sera risentii lo stesso brivido questa volta ancora più forte. Poi, mentre pregavano per gli ammalati vidi le gambe di una poliomielitica allungarsi e raddrizzarsi al comando dell’evangelista, ero a tre metri dal pulpito e quindi vidi benissimo quello che accadeva. Poi un bambino che io conoscevo, strana combinazione, da sordomuto che era fu guarito; dopo, riusciva a sentire persino i battiti del suo orologio e cominciò a parlare. Arrivato a quel punto, venne spontaneo anche a me rivolgere una preghiera a Dio, e Gli chiesi di guarire quel ragazzo cieco. Invece il Signore guarì me! Questo perché per la prima volta in vita mia fui altruista. Ripeto, per la prima volta in vita mia non pensai a me ma ad un altro. Il Signore mi fece comprendere che Lui era morto per salvare me! E proprio in quel momento, nel chiederGli di cuore “Signore perdonami!”, sentii che fui liberato da tutti i miei peccati.
Il Signore mi chiamò in quei giorni perché, come ho già detto, ero pronto a rapinare una banca. Invece non ci andai, e chi prese il posto mio morì durante quella rapina. Il Signore arriva sempre in tempo e mai in ritardo. Da lì in poi incominciai a pregare. Ma dal giro della Mafia non si esce fuori facilmente, anzi, è più facile uscirne morti che vivi.
Una sera, infatti, mi ritrovai i miei amici che mi stavano aspettando e mi dissero “Angelo devi venire con noi ti vogliamo parlare siamo preoccupati per te”. Erano tre mesi che non mi facevo vedere. “Va bene verrò con voi, ditemi quando” “Domani sera al solito ristorante “.
Andai al ristorante e ci mettemmo a tavolo; dopo aver ordinato, uno di loro mi chiamò e uscimmo fuori. Nel frattempo arrivarono le pietanze e noi, intanto, eravamo intenti a discutere. Poi, una volta rientrati ci sedemmo per cenare ma, prima di iniziare dissi loro che io pregavo il Signore per il cibo che ci dava. Pregai, senza vergogna, perché non ci dobbiamo vergognare per quello che Dio ci da. Pregai anche per loro, i miei “amici”, che non conoscevano Gesù.
Incominciammo a mangiare e io vedevo con la coda dell’occhio che tutti mi guardavano. Abbiamo finito il primo, il secondo, la frutta, bevemmo il caffè e uno di loro mi fece delle domande: “Senti Angelo, ci spieghi perché per tutto questo tempo non ti sei fatto vedere?” E gli spiegai il perché e della mia conversione a Gesù Cristo, la mia esperienza personale con Lui. E quello che faceva le domande mi disse: “Angelo, io credo a quello che dici, perché mentre noi due eravamo fuori, questi nostri amici hanno messo del veleno nella tua minestra e tu non sei morto. Dimmi, cosa devo fare per conoscere il tuo Dio?” Gli dissi che bisognava chiedere a Dio e chiedere di cuore di cambiare vita e farsi perdonare per i propri peccati.
Questa persona fu salvata; gli altri non accettarono il Signore nella propria vita. Il Signore nella mia vita ha fatto tantissime opere con la Sua benevolenza. Un giorno mentre camminavo con la macchina sentii una voce che mi disse: fermati. Arrestai immediatamente la macchina e vidi che sul mio lato destro c’erano tanti cassonetti della spazzatura. Dio mi ordinò di scendere dalla macchina e di andare dietro a questi cassonetti dove c’era una ragazza tossicodipendente, con la bava alla bocca. Il Signore mi disse di pregare per lei e la ragazza guarì all’istante. Questa ragazza si alzò e mi disse di andare con lei a casa perché aveva il padre nella stessa condizione e il fratello in carcere. Gesù salvò e benedisse tutta la sua famiglia.
Non importa quello che hai fatto, chi sei e dove ti trovi. Se hai veramente voglia di conoscere Dio allora chiamaLo con tutta la forza del tuo cuore ed Egli si mostrerà a te nella maniera a te più insolita.
Francesco La Manna

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