Ancora terremoti?

terremoto_centroitalia3r439_thumb400x275Alle ore 19.11 di ieri, mercoledi 26 ottobre, la terra è tornata a tremare nella nostra nazione e precisamente nelle Marche, con epicentro Castelsantangelo sul Nera (Macerata): la magnitudo 5.4 scala Richter ha provocato il panico fra i residenti, spingendo la gente a uscire e riversarsi nelle strade.

Questa prima scossa, seguita da una seconda più forte (alle ore 21,15 circa) ha fatto sì che tutta la popolazione dei comuni colpiti dal terremoto non rientrasse in casa per la paura, circostanza che – probabilmente – ha salvato molte vite perché nessuno si è trovato fra le pareti domestiche successivamente, quando è arrivata la seconda e più violenta scossa (5.9) che ha provocato crolli di abitazioni, chiese e campanili; se la gente fosse rimasta in casa, oggi piangeremmo di sicuro moltissimi morti, dato che lo sciame sismico continua tuttora. Gli esperti dell’INGV di Roma sostengono che si tratta di una prosecuzione del terremoto di 5.9 del 24 agosto scorso ad Amatrice e Arquata del Tronto, paesi pressochè ridotti in macerie, e che forse si è aperta una seconda “faglia” sotto l’Appennino, zona ad alto rischio sismico. L’intensità del sisma è stata così forte che il movimento tellurico è stato avvertito nettamente in Toscana, nel Lazio e sino al Friuli, addirittura in Austria. Molti han trascorso la notte fuori, al freddo, considerato che si tratta di località di montagna dove già la temperatura è bassa, in comprensibile stato di agitazione e sconforto per aver perso ogni cosa: infatti, la bassissima profondità dall’ipocentro (di appena 9 km) ha causato numerosi cedimenti strutti rari  e diverse frane interne, interessando soprattutto la provincia di Macerata, oltre che Roma, L’Aquila, Perugia e Terni.

Cosa dire dopo questo fenomeno inatteso? Come cittadino italiano e come credente sono solidale in tutto con quanti hanno perso casa, affetti e le cose più care che fanno parte della quotidianità, poiché deve essere terribile non possedere più nulla di ciò che ti ha accompagnato per tutta la vita; penso alle persone anziane e penso ai bambini, ma non posso nascondere la mia tristezza e sofferenza sapendo che tutta questa gente da oggi non ha più niente: gli è rimasta, però, la cosa più preziosa e cioè la vita! Non è una frase di circostanza, come potrebbe sembrare in una situazione simile, ma in cielo nessuno porterà la foto dei ricordi, la casa o l’auto, sicchè dovremmo riflettere attentamente che, malgrado tutto, il Signore Dio, spesso accusato perché “permette queste tragedie….”, probabilmente ha salvato quanti son riusciti a fuggire in tempo. Se la scossa colpiva di notte, come il 24 agosto scorso, o fosse stata pari ai 7, 8 o nove gradi come accade in Asia o in Sudamerica (Ecuador, Guatemala, Colombia), quante vittime piangeremmo adesso? Eppure, nemmeno questa volta, come peraltro capita durante la cronaca riferita a una qualsiasi calamità (tromba d’aria, alluvione, frana, valanga), si è udito un commento o un accenno a favore dei testi sacri laddove si parla di “terremoti” in aumento negli ultimi tempi (es. Matteo 24:7): il papa, da cui sarebbe naturale aspettarsi una cosa del genere, prega, prega, prega eppoi santifica l’ennesimo morto di turno (l’ultima è stata Madre Teresa di Calcutta), il presidente Renzi, ovviamente, parla dei fondi da stanziare subito per l’emergenza, e la Chiesa di Cristo – cattolica o evangelica che sia – cosa fa? Se la cristianità evangelica in Italia fosse unita dottrinalmente e nei comuni interessi, come la primitiva chiesa degli Atti (cap. 2:37-43), può darsi che la nostra nazione sarebbe spinta a riflettere dopo tutti questi avvenimenti calamitosi.

Ma sappiamo bene che non è così, ragion per cui la gente muore, piange e soffre perché i soldati di Cristo, temerari e coraggiosi, che levano la loro voce contro l’ignoranza del popolo, ahimè scarseggiano.

Salvatore Di Fede | Notiziecristiane.com


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