Benchè questo argomento sia oggetto di contestazione e dibattiti piuttosto accesi in seno a molte realtà cristiane del panorama protestante internazionale, vorrei che il lettore si soffermasse su un episodio assai singolare citato in Atti 8, dal versetto 9 al 24: la storia di Simon mago. Costui esercitava la magia incantando (strabiliando) la gente e riscuotendo successo, sino a quando appare Filippo che, al contrario, predica la salvezza e spinge molte persone (uomini e donne) a battezzarsi e a credere nel Signore. Simon mago, come si legge nel v. 13, “credette anche lui” tanto da scendere nelle acque battesimali (quindi espresse la sua conversione) e porsi, da subito, alla sequela del giovane diacono. A un certo punto, l’ex mago chiede di poter ricevere – a pagamento – il dono dello Spirito Santo per aver assistito all’azione dello Spirito di Dio tramite l’imposizione delle mani da parte degli Apostoli, ignaro che da lì a poco qualcuno avrebbe rivelato le vere intenzioni del suo cuore, in realtà pieno di malvagità: Pietro, ispirato dal Signore, all’udire la sua richiesta, lo richiama con decisione e senza paura di scandalizzare la folla, apostrofandolo come uomo “pieno d’amarezza e prigioniero d’iniquità” (v. 23)! Simon mago rientra in sé stesso e chiede che si preghi per lui avendo capito la lezione. Mi chiedo: un uomo che si ravvede dalla sua malvagità (esercitava l’occultismo!), crede, segue la scuola di un figlio di Dio (Filippo) e viene persino “battezzato”, può essere ipocrita e, addirittura, essere ancora “prigioniero d’iniquità” nonostante abbia osservato tutti i crismi della conversione e cioè il ravvedimento, il battesimo nelle acque, l’ascolto della predicazione? Possibile mai che Simon mago fu capace di prendere in giro il pastore di quel tempo (Filippo) e l’intera assemblea? Filippo non si accorse della doppiezza d’animo dell’uomo forse perché troppo impegnato, diremmo oggi, per le varie attività della chiesa, ma Pietro riuscì a svergognare l’uomo e mettere alla luce la sua doppiezza d’animo e la sua finta e posticcia conversione! Identico episodio troviamo in Marco 1:21, laddove – fatto più eclatante – un uomo posseduto “frequentava” regolarmente la Sinagoga di Capernahum senza che né il Rabbino né altri membri si fossero accorti del suo stato spirituale e fisico: è dovuto arrivare Gesù in persona per liberare l’uomo e porre in evidenza la cecità spirituale del leader e della comunità! In conclusione, possiamo raggirare e mentire ai fratelli e al pastore ma non a Dio, ragion per cui dovremmo usare molta accortezza quando qualcuno decide di battezzarsi o desidera far parte di un’assemblea.
E se il Signore arriva a dichiarare nella lettera alla Chiesa di Philadelfia (Ap. 3:7) che in seno ad essa possono trovarsi nientemeno che dei “falsi giudei” (v. 9) membri della sinagoga di Satana (.), allora ciò vuol dire che nessuno è esente (pastore o membri) dall’essere ingannato e che in una normale comunità possono intrufolarsi servi del demonio vestiti da apostoli! Personalmente son convinto che non è possibile, in pratica, possedere lo Spirito Santo ed essere posseduti dal maligno, ma nello stesso tempo è pur vero che si può benissimo fingere di essere cristiani per non aver mai arreso la vita al Signore e pur avendo praticato mille battesimi, frequentato corsi teologici o scuole bibliche e aver girato il mondo in lungo e largo. Ciò che ci approva davanti a Dio è il sentimento del nostro cuore e non l’esteriorità. Escludere a priori che ciò non può assolutamente accadere è come del bugiardo all’Eterno.
Salvatore Di Fede – notiziecristiane.com
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