Mentre Genova si lecca ancora le ferite, adesso è Parma e l’alessandrino a essere sommersi dall’acqua. Dai bollettini rai si apprende che un vero e proprio fiume di fango, proveniente dalle montagne, ha raggiunto pochi minuti fa Arquata Scrivia, Novi Liguri, Gavi e Sardigliano (AL), invadendo intere strade e creando gravissimi disagi ad abitazioni e auto sommerse dall’acqua. Esondati i fiumi Lemme, Neirone, Orba e Scrivia, mentre il Baganza, che lambisce Parma, ha raggiunto i 392 centimetri in città. Scuole chiuse, linee ferroviarie interrotte, torrenti ingrossati e persino tempeste di fulmini (picchi di 100 fulmini al minuto in Basso Piemonte) stanno abbattendosi al nord, e quanto pare il maltempo si sta spostando anche in Toscana, colpita già di recente da alluvione. E’ evidente che quanto sta accadendo in Italia non può assolutamente addebitarsi al caso, poiché è l’eccezionale quantità di pioggia che cade dal cielo a causare questi disastri; dissesto idrogeologico a parte, le c.d. “bombe d’acqua” che stanno colpendo la penisola non sono eventi affatto prevedibili, ragion per cui è sbagliato dare la colpa alla Protezione Civile e/o ai meteorologi perché il peggioramento del clima dipende da vari fattori. Inquinamento atmosferico, buco dell’ozono, scarichi aree industriali e vapori e veleni usati in agricoltura danneggiano sicuramente l’aria che respiriamo, ma come credente vado sempre più convincendomi che tutti i fenomeni climatici che stanno caratterizzando il 2014 sono precisi avvertimenti biblici di cui la scrittura parla con estrema chiarezza. Isaia 24,4-9 dice: “È in lutto, languisce la terra; è squallido, languisce il mondo, il cielo con la terra perisce.
La terra è stata profanata dai suoi abitanti, perché hanno trasgredito le leggi, hanno disobbedito al decreto, hanno infranto l’alleanza eterna. Per questo la maledizione divora la terra, i suoi abitanti ne scontano la pena; per questo sono bruciati gli abitanti della terra e sono rimasti solo pochi uomini. Lugubre è il mosto, la vigna languisce, gemono tutti. È cessata la gioia dei timpani, è finito il chiasso dei gaudenti, è cessata la gioia della cetra. Non si beve più il vino tra i canti, la bevanda inebriante è amara per chi la beve”! Orbene, alla luce di quanto sta accadendo chi può negare che non è così? Tuttavia, al silenzio dei media, che ben si guardano dal far il minimo accenno alla bibbia per gli eventi di cronaca attuali, fanno seguito i consueti proclami del papa, il quale esprime la sua solidarietà ai comuni colpiti ma non parla mai delle verità profetiche, probabilmente o per non allarmare il popolo dei fedeli oppure (e non bisognerebbe stupirsi) perché nemmeno lui crede ai passi apocalittici. E noi cristiani, ci crediamo? Pertanto, poiché Luca 21,25 si sta adempiendo in tutta la sua drammaticità (“e sulla terra ci sarà smarrimento per il fragore del mare e dei flutti”), dobbiamo forse aspettare che il mar Rosso “sommerga” gli Egiziani (Esodo 14,28) per prendere sul serio le verità scritturali?
Salvatore Di Fede – notiziecristiane.com
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