“E’ un delitto a sfondo sessuale in un festino pedofilo accaduto in vaticano», sostiene il capo mondiale degli esorcisti, padre Amorth. I dettagli
La notizia è sconvolgente, ma è ancora più incredibile la fonte da cui proviene. Per Gabriele Amorth, il più grande esorcista della Santa Sede stimato addirittura dal Papa, Emanuela morì tragicamente in un festino pedofilo consumato in ambienti vaticani. Secondo il religioso, infatti, la sfortunata ragazza rimase impigliata in un’orgia orribile che per lei finì tragicamente. Di questa pista si era parlato già in passato, ma le ipotesi che ha avanzato in questi giorni padre Amorth, gettano nuova luce su quella sparizione.
“E’ un delitto a sfondo sessuale», sostiene il capo mondiale degli esorcisti, padre Gabriele Amorth. L’anziano sacerdote, molto stimato da Benedetto XVI, rivela a La Stampa una pista interna per la scomparsa nel 1983 della cittadina vaticana davanti alla chiesa di Sant’Apollinare, da poco riferita riservatamente ai familiari della ragazza.
Secondo La Stampa: “Emanuela fu drogata, coinvolta in un festino e poi morì o venne uccisa. Per evitare scandali fu dunque necessario far sparire il cadavere”. Una storia davvero tragica e con tanti punti oscuri che dovranno essere chiariti e che noi stessi fatichiamo a comprendere anche se interviene pure il fratello di Emanuela, Pietro, che sempre a La Stampa dichiarò: “Le amiche della scuola di musica di Emanuela – ha affermato – mi dissero che suor Dolores, la direttrice, non le faceva andare a messa o a cantare nel coro a Sant’Apollinare, ma preferiva che andassero in altre chiese, proprio perché aveva una brutta opinione di don Vergari”.
Don Vergari, l’ex rettore di Sant’Apollinare che è stato indagato proprio per il caso di Emanuela è però solo una delle figura che avrebbero agito perché sempre al giornale torinese padre Amorth confessa che di Mirella Giorgi scomparsa nello stesso anno e forse per lo stesso motivo. “Sembra ormai accertato, infatti, che le dichiarazioni dei Lupi Grigi che dissero di avere in mano Emanuela e Mirella erano solo un depistaggio inventato dalla Stasi, i servizi segreti della Germania Est, per deviare le indagini sull’attentato a Giovanni Paolo II. Fu così che il destino delle due innocenti ragazzine finì in un gioco di specchi internazionale che complicò le indagini e, anche se indirettamente, aiutò una banda di preti pedofili che cercava in tutti i modi di nascondere le prove delle efferatezze commesse”, conclude così la sua inchiesta La Stampa.
Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook