“Il Signore ti dia il contraccambio di quel che hai fatto e la sua ricompensa sia piena da parte del Signore, del Dio d’Israele sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti” (Rut 2:12).La Parola di Dio presenta il libro di Rut come d’esempio per tante donne, ma soprattutto per giovani e per anziane. Come è bello pensare che il Signore ha lasciato un insegnamento di vita cristiana per ogni tipo di rapporto sia matrimoniale, sia tra genitori e figli, sia tra padroni e servi, ma qui in questo libro ha presentato in modo dettagliato il rapporto che deve esserci tra nuora e suocera, con lo scopo di esaltare i vari sentimenti ed i vari comportamenti che hanno avuto queste due donne. Come ben sappiamo, Naomi, ha un marito Elimelec e due figli maschi, essi erano di Betlemme, ma dopo una carestia si trasferirono nella terra di Moab e li’ Malon e Chilion, figli di Naomi, presero per moglie due moabite Orpa e Rut. Ma dopo dieci anni morirono sia il marito di Naomi che i due figli, lasciando le 3 vedove. Così dopo tanta amarezza l’anziana donna cerca di congedare le sue nuore, incoraggiandole a prendere marito nella propria terra natia, Orpa ascoltò Naomi, ma Rut non volle lasciarla. La cosa che sorprende è l’amore che questa suocera ha per le proprie nuore chiamandole “FIGLIE MIE”, si sa benissimo che tra nuora e suocera non c’è tanta simpatia, ma Naomi le chiama in questo modo nonostante avesse perso i suoi figli carnali. Questo deve essere d’esempio per molte suocere, perché troppo spesso si cerca di screditare le proprie nuore volendo primeggiare su di loro, cercando di mettere i propri figli in difficoltà facendo tante volte declinare matrimoni grazie alla loro voglia di emergere sulle nuore ed alla loro invadenza…Cerchiamo di dare amore e soprattutto insegnamo loro il vero comportamento che deve avere una cristiana saggia, ma soprattutto timorata di Dio.
In seguito vediamo però che Rut è molto legata a Naomi, e non la lascia, tanto è vero che afferma: “Ma Ruth rispose: “Non insistere perch’io ti lasci, e me ne torni lungi da te; perché dove andrai tu, andrò anch’io; e dove starai tu, io pure starò; il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio sarà il mio Dio; dove morrai tu morrò anch’io, e quivi sarò sepolta. L’Eterno mi tratti col massimo rigore se altra cosa che la morte mi separerà da te!” (RUT 1:16.18)
Che rispetto, ma soprattutto che amore aveva questa giovane, la cosa che mi sorprende è che Rut si è comportata così non per far contenta il marito, oppure per conquistare ambiguamente l’amore della suocera, ma lei lo fece veramente con grande affetto, ha lasciato la sua terra per andare in povertà in una terra straniera, sapendo anche che non sarebbe stato facile inserirsi nella comunità ebraica dato che era moabita, ma a lei non importa perché ama Naomi incondizionatamente. Mi domando con tanto rammarico, noi come ci saremmo comportati, come Orpa o come Rut? Sicuramente saremmo state egoiste, avremmo pensato a rifarci una vita dato la giovane età della donna, ma Rut è determinata e stupisce Naomi a tal punto che l’anziana non può più contraddirla. Che grande esempio d’amore, soprattutto è da riflettere che le due donne non appartengono alla stessa terra d’origine, ricordo che tra paesi straniere all’epoca c’erano discordie e guerre, ma il loro amore ed il loro affetto prevale su ogni discriminazione.
Rut in Betlemme cerca di trovare subito un lavoro che le permettesse di sfamare se stessa e la suocera, e va a spigolare nel campo di Boaz, uomo ricco e saggio tra l’altro parente stretto di Naomi. Egli quando chiede chi fosse quella giovane ed ascoltato la sua storia ne ebbe compassione e le disse: “M’è stato riferito tutto quello che hai fatto per la tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai abbandonato tuo padre, tua madre e il tuo paese natìo, per venire a un popolo che prima non conoscevi. L’Eterno ti rimuneri di quel che hai fatto, e la tua ricompensa sia piena da parte dell’Eterno, dell’Iddio d’Israele, sotto le ali del quale sei venuta a rifugiarti!”. (Rut2:12)
La donna fu di esempio e diede una buona testimonianza sia ai servi che al padrone. Troppe volte si screditano le suocere e le nuore, ma il Signore attraverso questa storia ci dà insegnamento di come è importante rispettare i ruoli, non per falsità e con lo scopo di avere un tornaconto dai mariti o dai figli in questione, ma amarsi incondizionatamente come un vero rapporto da madre a figlia. Mi ha colpito Naomi, soprattutto perché ogni qualvolta si rivolgeva a Rut, la chiamava FIGLIA MIA. Questo mi porta a capire che la Parola di Dio vuole insegnarci che non ci deve essere antagonismo tra questi due ruoli, ma rispetto ed amore reciproco.
Vedremo che anche gli altri noteranno quest’unicità che c’è tra queste due figure, difatti al termine della storia quando Rut sposerà Boaz ed avranno un figlio, le donne del paese dicevano a Naomi: “Benedetto l’Eterno, il quale non ha permesso che oggi ti mancasse un continuatore della tua famiglia! Il nome di lui sia celebrato in Israele! Egli consolerà l’anima tua e sarà il sostegno della tua vecchiaia; l’ha partorito la tua nuora che t’ama, e che vale per te più di sette figliuoli”. Che bella espressione sentir dire “tua nuora che t’ama”, si vede che quest’affetto era stato di testimonianza verso tutte le donne. Così dopo tante prove ed amarezze Naomi ha avuto comunque la gioia di avere una nuova famiglia creata da Boaz e Rut e crescere il loro figlio Obed che poi sarà il nonno del re Davide. Abbiamo la prova che tutto coopera al bene per coloro che amano il Signore ed i Suoi comandamenti. Non abbattiamoci se non c’è speranza sul nostro cammino, perché il Signore può cambiare il male trasformandolo in bene e soprattutto impariamo ad amare incondizionatamente e saremo di testimonianza per il mondo che ci osserva, evitiamo discussioni inutili e chiediamo aiuto a Dio nel rispettare sia le nostre nuore e sia le nostre suocere, ed il Signore sicuramente sarà orgoglioso di noi, perché staremo al centro della Sua volontà.
Dio ci benedica
Emanuela Alaia – notiziecristiane.com
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