“Amen and Awomen”, assurda preghiera “inclusiva” al 117° Congresso USA

“Amen” è una parola ebraica e aramaica che non ha maschile o femminile, significa “così sia” e proprio non avrebbe senso tirarla in ballo in questioni di inclusione o lotta alle discriminazioni (termini ormai quasi sempre usati per mascherare la diffusione dell’ideologia gender). Eppure, qualcuno ci è riuscito. “A-men”, letto in questo modo, significherebbe (in inglese) “un-uomo”. E dunque non sarebbe più politicamente corretto dire A-men senza dire anche A-women. E così, la preghiera di apertura per il 117° Congresso USA è stata conclusa dal rappresentante Emanuel Cleaver con “Amen and Awomen”. Così afferma Maria Rachele Ruiu, referente nazionale di Pro Vita e Famiglia, su Facebook a tal riguardo: «Signori, abbiamo un vincitore! Più della Boldrini, più della Cirinnà, più di qualunque asterisco, storpiatura della lingua italiana, più di qualunque A messa a caso e delle u, ecco il vero linguaggio inclusivo. L’Indipendent titola “Democrat lawmaker’s gender inclusive “amen and awomen” congressional prayer causes stir”. Signori e Signore, ma che dico!!!, Signor* e Signuru, Emanuel Cleaver termina la sua preghiera con A-men and A-women per essere inclusivo!».

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