Fukushima, prime ammissioni della Tepco dopo il disastro nucleare in Giappone nello tsunami del 2011, e rivela che le acque radiattive arrivarono a finire nell’Oceano Pacifico. La Tepco, la società giapponese che gestisce il disastrato impianto nucleare di Fukushima, per la prima volta lunedì 22 luglio ha ammesso che acque radioattive accumulate sotto la centrale sono finite nell’Oceano Pacifico.Un annuncio arrivato dopo quello che ha rivelato come il livello di radiazioni a cui sono stati esposti i lavoratori dell’impianto può provocare il cancro alla tiroide. E il dato sul numero di persone colpite è superiore di dieci volte alla stima precedente.
CONFESSIONE DOPO LA VITTORIA DI ABE AL SENATO. La confessione avviene dopo la vittoria alle elezioni parziali del Senato del partito liberaldemocratico del premier Shinzo Abe, un partito in grandissima parte favorevole al nucleare. Tokyo electric power (Tepco) aveva annunciato ad inizio luglio che dosi consistenti di elementi radioattivi tossici erano stati individuati in queste acque sotterranee. In particolare era stata rilevata una dose di cesio 134 superiore di 110 volte al normale nei pozzi situati tra il reattore e il mare. Queste sostanze radioattive erano fuoriuscite dai reattori della centrale distrutta dal sisma e dallo tsunami dell’11 marzo 2011, prima di inquinare le acque sotterranee. Inizialmente Tepco aveva sostenuto che queste acque inquinate erano rimaste bloccate dalle fondamenta in acciaio e cemento della centrale. «Adesso crediamo che l’acqua contaminata sia arrivata al mare», ha dichiarato un portavoce dell’azienda elettrica.
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