Mi chiamo Stefania, sono nata in una famiglia di fede cristiana evangelica pentecostale e quindi fin da piccola ho ricevuto degli insegnamenti e dei princìpi morali basati sulla parola di Dio. I miei genitori frequentavano attivamente la comunità locale e basavano sempre le loro scelte sulla volontà di Dio. Mi ricordo che nella nostra famiglia, Dio aveva un ruolo prioritario anche nelle decisioni quotidiane. Il mio carattere tranquillo e accondiscendente mi ha sempre portata ad accettare tutto lasciandomi trascinare in chiesa da una riunione all’altra.
Nella mia piccola realtà di bambina, credevo nell’esistenza di Dio, nella sua bontà, nella sua misericordia e sapevo che l’avrei trovato come un aiuto pronto nelle difficoltà.
Durante la mia adolescenza, il mio carattere stava prendendo forma. Ero una ragazza molto razionale, egoista, amavo solo me stessa, la mia famiglia e le mie amicizie più strette. Il mio rapporto con Dio continuava in maniera abbastanza meccanica: credevo in Lui, Lo pregavo, andavo in chiesa. Nelle difficoltà Lo cercavo, nei momenti di benessere Lo tralasciavo.
Pensavo che per essere salvati bastasse solamente credere che Gesù fosse il Cristo Signore, morto per i miei peccati e risuscitato dai morti il 3° giorno; ma non mi rendevo conto che il mio rapporto con Dio si stava basando semplicemente su un credo mentale.
Nella pratica io non avevo un rapporto personale con Dio. Non alimentavo la mia comunione con Lui attraverso la preghiera e la lettura quotidiana della Bibbia.
In qualche modo cercavo la salvezza, ma con le mie forze. Chiedevo a Dio di cambiare il mio carattere, ma alla fine cercavo inutilmente di migliorare da sola. Rimanevo la stessa ragazza di sempre: orgogliosa ed egoista.
Sapevo chi era Dio a livello teorico, ma non avevo sperimentato nulla di personale. Quando andavo in chiesa sentivo le persone di testimoniare di un Dio che trasformava, che cambiava e vedevo queste persone felici di seguire Cristo. Quando parlavano erano sempre gioiose, mentre io pur avendo tutto, dentro di me ero sempre triste. Non capivo come poteva essere: conoscevo Dio, ma non avevo la loro stessa felicità.
A 20 anni la mia vita continuava sempre allo stesso modo. L’unica differenza era che avevo trovato lavoro, ma questo alimentava solo un altro dei miei difetti: il materialismo. Ero sempre stata attaccata ai beni materiali, tutto quello che avevo veniva tenuto con la massima cura. Difficilmente prestavo le mie cose e mi arrabbiavo molto quando si rovinavano. Finalmente adesso che avevo raggiunto l’indipendenza economica potevo permettermi molte più cose. Ma nonostante questo ero sempre infelice. Appena raggiungevo un obiettivo materiale, dopo i primi momenti di gioia, restavo comunque vuota e triste.
Un giorno fui colpita da un versetto che dice: “Avvicinatevi a Dio ed Egli si avvicinerà a voi.” (Giacomo 4:8). Se questo versetto diceva la verità, allora dovevo proprio metterlo alla prova! Decisi che sarebbe diventato la mia linea guida per la mia ricerca di Dio: ero stanca di avere solo una conoscenza teorica di Dio, volevo sperimentare davvero la Sua presenza in me! Volevo creare un rapporto personale come avevano tante persone che mi circondavano e nelle quali vedevo quella pace e gioia che avevo sempre desiderato anch’io.
La parola di Dio è verità e quindi il versetto che lessi si avverò.
Iniziai a cercare Dio attraverso la lettura della Bibbia e la preghiera. Instaurai un rapporto personale con Dio. Con il tempo più Dio si faceva conoscere, più io più capivo quanto ero peccatrice. Ho chiesto perdono a Dio dei miei peccati e Dio ha iniziato la sua opera di trasformazione. Ho imparato ad amare di più gli altri, a dare il giusto valore ai beni materiali e a non angustiarmi se non avevo tutto quello che avrei voluto. Non sono perfetta e spesso ricado nei miei punti deboli, ma adesso posso dire che conosco il vero Dio e che solo grazie al suo sacrificio sono salvata!
Stefania
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