INCOMPRENSIONE UMANA: LA CROCE
Eppure, non tutto è un trionfo. Conosco alcuni pastori che dicono di aver soltanto sorriso da quando sono stati arrestati, e di aver sentito una gioia ineffabile durante tutta la loro prigionia. Suppongo che ciò sia possibile. Infatti, anche Anania, Misael e Azaria sembrano molto calmi fra le fiamme. Però, non dobbiamo considerare questa calma una prova di vera spiritualità. I salmisti erano disperati e pieni di domande nelle difficoltà. Così anche Geremia, Giobbe e Habacuc. E persino il nostro Signore gridò alla croce: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato” (Marco 15:34).
Questo è il lato oscuro dell’esperienza. Ciò che rende più difficile sopportare i tormenti sono le domande, le voci che sorgono dentro tutti noi quando siamo pieni di dubbi, disperazione e depressione. E credo che ciò sia logico. Come essere umani non siamo stati creati per soffrire. L’uomo è stato creato per fare parte di un mondo perfetto, senza tristezze e sospiri, di un Eden dove ognuno è giusto e appagato. Perciò, quando soffriamo il nostro corpo e il nostro spirito cominciano in qualche modo a protestare dicendo: “questo non è naturale, questo non è ciò per cui siamo stati creati”.
Nel mio caso mi stavo chiedendo perché Dio mi avesse voltato le spalle, o se mi stesse punendo per i miei peccati del passato. Sì, lo so, questo sembra illogico dopo tutto ciò che ho appena detto sulla potenza di Dio che mi aiutava a perdonare il mio persecutore, e sull’angelo che era venuto per fortificarmi. Ma queste belle cose si dimenticano durante le notti oscure e insonni, quando ti trovi stretto fra altri due prigionieri e quando tutti ti maledicono se ti alzi per andare al gabinetto, perché allora tutti si svegliano e devono cambiare posizione. Le notti erano i momenti peggiori.
Tuttavia, i miei dubbi più che debolezze, erano tentativi di comprendere l’incomprensibile. Dov’è Dio in questo carcere? Che cosa può fare? Com’è possibile che il Suo Regno si espanda in questa maniera? Dov’è rimasta la Sua gloria ora che una mia sorella è stata violentata da un inquisitore? Infatti, quando soffriamo ci sono tante cose che non comprendiamo. Una volta ho letto questa frase: “bramiamo capire perché siamo umani, ma proprio perché siamo umani non possiamo capire.”
Le sofferenze ci portano al nostro posto. È umiliante dover riconoscere che in realtà la nostra vita non è sotto il nostro controllo. È difficile riconoscerlo! Dio comanda, e a volte è duro discernere i Suoi scopi. Egli usa persino il peccato del mondo per farlo cooperare al bene. Spesso non vediamo come riesca a farlo, ma lo crediamo. Lo accettiamo per fede, anche se non è mai facile quando stiamo soffrendo.
CONCLUSIONE
Ecco perché i cristiani sofferenti parlano dei due lati della medaglia. Parliamo di gioia e di perseveranza, ma a volte ci arrabbiamo con Dio, ci sono i dolori e la desolazione spirituale. Questi due aspetti vanno insieme, perché c’è sempre una guerra tra sentimenti ed emozioni contrastanti.
Benché siamo fortificati dagli angeli e beneficiari di un perdono soprannaturale, sperimentiamo anche una sensazione di abbandono spirituale a causa della nostra incomprensione. La cosa più grande di tutte però è camminare sulla via di Cristo. Questo è il privilegio delle sofferenze, cioè di soffrire un po’ come il nostro Signore Gesù ha sofferto. Come Lui si è
identificato con noi soffrendo per i nostri dolori, così alcuni di noi sono chiamati ad identificarsi con Lui in un modo più concreto nel Getsemani e verso la croce.
Non dovete mai avere paura, amici, quando sarete arrestati. Riceverete forza. A volte sarete anche spaventati. Pensate a Cristo e seguiteLo nel giardino e verso la croce.
https://www.fedepericolosa.org/al-giardino-e-alla-croce-2/
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