Giornalista che lavora per l’ente umanitario delle chiese riformate in Svizzera HEKS, Joelle Herren ha effettuato un viaggio in Moldavia e Romania, nella regione al confine con l’Ucraina, per documentare il lavoro svolto a favore dei profughi. L’abbiamo raggiunta al telefono a Sirek, nel nordest della Romania.
Joelle, quali sono le tue prime impressioni di fronte all’esodo di profughi dall’Ucraina?
È difficile esprimere ciò che provo. Quando si arriva alla frontiera e si vedono tutte queste persone, con le loro valigie, che attraversano a piedi il confine… beh, è impressionante. Tutta la loro vita è racchiusa in quei pochi bagagli. Inoltre, la maggior parte dei profughi sono donne sole, e questo significa che hanno lasciato indietro degli uomini che devono combattere. Ho cercato di parlare con molte persone. Alcuni non vogliono dire niente, non trovano le parole, sono sfiniti. Altri esprimono la loro angoscia. Molti sono grati per essere riusciti a raggiungere un posto sicuro, dove non cadono le bombe. Questi due sentimenti convivono in loro – la gratitudine e la profonda tristezza. E questo mi colpisce molto, sì.
Joelle, hai potuto parlare con alcuni profughi? Che cosa ti hanno detto?
Sì, ho avuto modo di parlare con molte persone. Sono stata ad esempio nella zona dove ci sono delle tende riscaldate, molto gradite dalla gente che ha patito il freddo durante il viaggio. Lì ho incontrato una donna, di 36 anni, con un figlio di sette mesi, fuggita da Kiev. Mi ha detto di avere alle spalle un viaggio difficile, con una valigia pesante, il passeggino e poche persone disposte ad aiutarla. Era stremata, ha dormito 12 ore nella tenda.
Che cosa ha potuto portare con sé, quella donna che ha fatto il viaggio da sola, con il suo bambino?
Chi ha potuto fuggire in auto è stato in grado di portare parecchie cose con sé. Lei invece ha viaggiato con un pullman, con il figlio piccolo. Ha portato una valigia piena di vestiti per il bambino, e per sé non ha portato quasi nulla. Mi ha detto di non avere vestiti di ricambio per sé, se non un paio di jeans.
Hai incontrato anche altre persone? Hai visto altre situazioni?
Ho incontrato ad esempio un uomo, con una gamba sola, su di una sedia a rotelle. Era sua moglie a spingerlo. In un altro centro ho visto che accolgono persone sorde. Arrivano insomma persone con diverse vulnerabilità che hanno bisogno di attenzioni particolari. Ho anche visto un centro dove accolgono e curano gli animali. Può sembrare strano, ma molti non hanno voluto lasciare indietro i propri animali e dunque ci sono cani e gatti. E qualcuno si è portato anche la tartaruga. Anche loro hanno bisogno di mangiare.
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