Antandrohomby (Agenzia Fides) – Quest’anno la stagione della peste bubbonica in Madagascar è arrivata prima del previsto, e con un’apparente prevalenza di un ceppo più letale della malattia. Tra i mesi di settembre e dicembre il Ministero della Sanità locale ha registrato 42 decessi e 84 casi in 4 dei 112 distretti del Paese. Popolarmente conosciuta come la Morte Nera, in riferimento al colore dei bubboni, linfonodi infetti, caratteristici della malattia, la peste è causata dal batterio Yersinia pestis contratto dalla puntura di pulci infette che trasmette i batteri agli esseri umani. Vettore primario sono le pulci su ratti e altri roditori, anche se altri animali e insetti possono trasportare i batteri. Secondo le autorità sanitarie malgasce la peste bubbonica può essere trattata facilmente con la somministrazione di antibiotici che rallentano lo sviluppo della malattia. Tuttavia, questa volta sono stati individuati anche alcuni casi di peste polmonare più difficile da curare, dal momento che può essere fatale in 3 soli giorni. La maggior parte dei ceppi più comuni di peste sono di origine bubbonica. Da due a otto giorni dopo il contagio il paziente sviluppa febbre e brividi, gonfiore dei linfonodi – i bubboni – e i batteri si muovono e si moltiplicano. Altri tipi di peste sono quella setticemica che ha un tasso di mortalità del 50%, più alto di quella bubbonica, e la peste polmonare, più rara ma letale a meno che il paziente contagiato non venga subito curato con antibiotici sin dai primi sintomi. Ogni anno in Madagascar si registrano tra 300 e 600 casi di peste bubbonica, in genere tra ottobre e marzo. Le autorità sanitarie devono, inoltre, far fronte alle superstizioni, soprattutto nei villaggi più remoti, dove la gente pensa che la peste sia causata da una maledizione che i vicini hanno lanciato contro di loro. Di conseguenza, per timore si recano da qualche ‘guaritore’ che buca il bubbone e cerca di succhiare lo spirito maligno, causando invece la malattia. Si pensa che la peste sia arrivata in Madagascar nel 1898 dai ratti infetti presenti su navi provenienti dall’India. Grazie a numerose campagne di vaccinazione, al miglioramento dell’igiene, alla scoperta della streptomicina e all’uso di insetticidi, la malattia è stata sotto controllo negli anni 50. Nell’arco di 30 anni in Madagascar sono stati registrati solo da 20 a 50 casi annuali, ma dal 1989 il numero di casi sospetti è aumentato costantemente. Secondo i Centri per il Controllo e la prevenzione delle malattie negli Stati Uniti, circa cinque milioni di persone sono esposte sugli altipiani del Madagascar. L’Oms considera l’infezione endemica in molte parti dell’Africa, in particolare nella Repubblica Democratica del Congo, Madagascar, Mozambico, Uganda e Tanzania. (AP) (21/12/2013 Agenzia Fides)
Fonte: http://www.fides.org/
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