Fonti locali hanno riportato ai nostri partner di un aumento considerevole di rifugiati afghani rimandati in patria dai Paesi limitrofi. Secondo quanto riferito, il rimpatrio avverrebbe improvvisamente, senza alcuna spiegazione e solo per gli uomini, lasciando intere famiglie senza un padre e un marito.
La paura, generata da una serie ripetuta di casi di rimpatrio forzato, costringe i rifugiati a evitare di uscire alla ricerca di un lavoro, per limitare la possibilità di essere scoperti e di ricevere lo stesso trattamento. Le famiglie, già provate e allo stremo delle forze, sono in grave sofferenza per la fame.
La notizia ci giunge mentre circolano voci che i talebani stiano raccogliendo truppe lungo le zone di confine. La vita dei rifugiati afghani, già estremamente difficile a motivo della guerra e dell’estremismo islamico, si complica ora ulteriormente per la paura del rimpatrio.
Porte Aperte, attraverso una serie di partner locali, è impegnata in prima linea all’interno dei campi profughi nella regione attorno all’Afghanistan, distribuendo cibo, beni di prima necessità e medicinali.
Da gennaio 2022 il Paese ha guadagnato il triste titolo di luogo più pericoloso al mondo in cui vivere come cristiani. Chi lo abita e segue Gesù, infatti, è costretto a farlo nel segreto, per il reale rischio di perdere la propria vita.
https://www.porteaperteitalia.org/afghanistan-rimpatri-forzati-e-paura/
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