Affrontare le ferite con Fede e maturità

Poiché certe ferite, come certi traumi fanno parte della vita l’atteggiamento più utile è imparare a superarle e trarne insegnamenti utili per il proprio sviluppo interiore. Diversamente la pensa la cultura attuale dell’uomo del terzo millennio che tende a rimuoverle a non volerne avere consapevolezza. Una certa sana psicologia e ancor prima l’antropologia cristiana ci insegna che le ferite possono essere dei veri e propri sentieri di crescita, che ci permettono di comprendere meglio noi stessi e di sviluppare una maggiore consapevolezza delle nostre emozioni e del nostro modo di relazionarci con gli altri (Riccardi P., L’equilibrio interiore perduto. Come ritrovarlo. Ed. D’Ettoris 2023). Gesù suggerisce di accettare le ferite, attraverso la sua esortazione a portare la propria croce e seguire lui. Inoltre, Gesù stesso ha subito molte sofferenze e ha accettato la croce come parte del suo cammino terreno. Pertanto entro quest’ottica cristiana, la sofferenza e la croce sono viste come un mezzo per crescere nello spirito e per avvicinarci a Dio. Gesù ha insegnato che attraverso la sofferenza possiamo trovare la redenzione e la salvezza, seguendo il suo esempio di sacrificio e amore. Inoltre, Gesù ha promesso che coloro che portano la propria croce e seguono lui saranno ricompensati con la vita eterna e la gioia in cielo. Accettare le ferite e la sofferenza può essere visto come un modo per crescere, psicologicamente e spiritualmente per avvicinarsi a Dio, e vedere in esso il punto di riferimento per la vita per meglio sopportare le proprie ferite. Isaia 41:10: “Non temere, perché io sono con te; non smarrire, perché io sono il tuo Dio. Ti darò forza, ti aiuterò, ti sosterrò con la destra della mia giustizia.” Chi in Dio e per il tramite di Gesù vede il punto di riferimento sperimenta quella diretta condizione di accoglienza e accompagnamento che riduce ogni forma di tensione quando vi è un problema, una ferita, un trauma. Tipicamente di fronte a dei problemi tendiamo a scappare con la conseguenza che si alimenta una tensione interna. Diciamo che non è negando che risolviamo un problema e lo sa bene Gesù quando ammonisce: «Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita… la salverà» (Mc 8,35).

Pertanto chi vive una ferita psicologica, chi sta male, chi si sente depresso, chi fa uso di sostanze o chi è un dipendente patologico ha una ferita che solo nella dimensione dell’ascolto, dell’accoglienza e del sentirsi accompagnato in fede e fiducia in Dio può affrontare. La psicologia ci dice quali possono essere i parametri. Carenze nella dimensione dell’ascolto quando un genitore è disattento ai bisogni del figlio; Carenze nella dimensione dell’accoglienza quando un genitore non vive con amore la presenza del figlio e una carenza nell’accompagnamento quando un genitore dedito al troppo lavoro o al bere o ad altro non è una guida né un riferimento.

Una ferita nell’accoglienza, ad esempio, dà luogo alla percezione del Rifiuto → che a sua volta alimenta una paura di essere Abbandono (crea situazioni di dipendenza patologica) che a sua volta dà luogo a situazioni di → Ansia. Così ad esempio una ferita nell’ascolto dà la percezione del Tradimento → che alimenta una Rabbia (crea problematiche nelle relazioni aggressive) per la

ingiustizia subita oppure una ferita nell’accompagnamento dà luogo ad una percezione di ingiustizia che alimenta un senso di indifferenza e chiusura (personalità schizoide)

Passo necessario al cambiamento è l’assunzione della consapevolezza delle proprie ferite per cui a giusto motivo, Gesù esordisce: «Se qualcuno vuole venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mt 16, 24).

Con la metafora della croce si indica una sofferenza, una ferita che influenza in negativo la vita. Gesù parla di “prendere la croce” considerando che il verbo prendere indica un atto volontario, una scelta. Prendere la croce è dunque l’accettazione delle proprie ferite, passo necessario per seguire Gesù e rinascere in Dio.

Pasquale Riccardi


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