Aerei turchi bombardano posizioni dello Stato islamico in Siria

raid-aereo10E’ la prima volta che jet di Ankara intervengono oltre confine. Nel frattempo, la polizia antiterrorismo turca ha arrestato 251 persone in una serie di raid simultanei contro appartenenti allo Stato islamico e militanti curdi in 13 province in tutto il Paese. Lo ha comunicato ieri l’ufficio del Primo ministro.

Ankara (AsiaNews/Agenzie) – Ieri, per la prima volta aerei da caccia turchi hanno condotto raid contro lo Stato islamico nel nord della Siria. L’attacco è avvenuto dopo che un kamikaze, sospetto affiliato dello SI si è fatto esplodere a Suluc.

L’ufficio del primo ministro Ahmet Davutoglu ha informato che tre caccia F-16 decollati dalla base di Diyarbakir poco prima delle 4, ora locale, hanno colpito tre obiettivi dello SI. “Quattro bombe guidate – afferma la dichiarazione – hanno centrato due comandi e un centro di raccolta”. La Turchia, prosegue la nota, è determinata a colpire tutti i gruppi “terroristici”, “senza alcuna distinzione”.

Già ieri, peraltro, un carrarmato turco aveva aperto il fuoco oltre la frontiera dopo  che guerriglieri dello SI avevano ucciso un soldato vicino a Kilis, in una zona nella quale Ankara ha recentemente inviato rinforzi.

Nel frattempo, la polizia antiterrorismo turca ha arrestato 251 persone in una serie di raid simultanei contro appartenenti allo Stato islamico e militanti curdi in 13 province in tutto il Paese. Lo ha comunicato ieri l’ufficio del Primo ministro.

L’attacco dei caccia turchi è avvenuto poco dopo che funzionari della Difesa degli Stati Uniti avevano detto che Ankara aveva accettato di consentire agli aerei americani di usare la base di Incirlik, vicina al confine con la Siria, per i loro raid contro lo Stato islamico.

A quanto riferisce il quotidiano Hürriyet, il nuovo accordo tra la Turchia e gli Stati Uniti riguarda anche una parziale no-fly zone sul confine tra Turchia e Siria lungo i 90 chilometri tra la costa siriana e Cerablus, per una profondità tra 40 a 50 chilometri.

La decisione di Ankara è stata resa nota ieri, un giorno dopo una telefonata tra il presidente Barack Obama e il presidente turco Tayyip Erdogan, e segue la lunga riluttanza di Ankara di impegnarsi nella lotta contro lo SI. Curdi e occidentali hanno criticato Ankara per il suo atteggiamento nei confronti dello SI, poiché la maggior parte degli aspiranti combattenti dello Stato Islamico tendono a entrare in Siria attraversando i 911 chilometri del confine siriano-turco.

da: Asianews.it/

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