Mi chiamo Sebastiano e sono di Catania. La mia vita è cominciata con un’infanzia piuttosto difficile, ancora molto piccolo ho subito delle crisi convulsive a causa di una febbre molto alta, i dottori non riscontrarono nulla dall’esame encefalo-grafico e ritennero che ero stato miracolato.
Crescendo divenni un bambino molto impulsivo e testardo, a scuola, ero piuttosto violento con gli altri compagni, ed arrivavo persino a mordere i bambini, per cui la maestra era costretta a legarmi le mani e mettermi un cerotto sulla bocca.
A causa del mio “Mancinismo”, poi, ho subito in casa tutta una serie di maltrattamenti; pensavano che così potevano correggermi. Amavo molto il calcio, e cominciai a giocare in una piccola squadra, ma un
giorno picchiai un ragazzino fino a rompergli un braccio, per cui mi buttarono fuori. A scuola andavo molto male, non sapevo leggere, nè scrivere. Mio padre era esausto e disperato a causa del mio comportamento e una sera, quando avevo dieci anni, decise di darmi una severa punizione: era notte e pioveva, mi portò in macchina e mi lasciò da solo in una contrada vicina, era buio ed avevo paura, lo supplicai di non lasciarmi, ma lui se ne andò lo stesso.
Piansi molto, poi, riconoscendo la strada, m’incamminai verso casa. Dopo alcune ore mio padre tornò a prendermi e non trovandomi nel posto in cui mi aveva lasciato, si spaventò moltissimo, finché mi ritrovò sulla strada del ritorno. Questa volta fu lui ad invitarmi a salire, ma io ero troppo arrabbiato e ferito per farlo, continuavo a piangere, ma alla fine accettai e tornammo a casa. Li diedi sfogo a tutta la mia rabbia, gli dissi quanto lo odiavo e quanto lo detestavo, gli dissi anche che non lo volevo come padre e che non lo riconoscevo più come tale. Egli pianse, era disperato; penso che, a modo suo, cercava di educarmi. Dopo un periodo trascorso in collegio, mio padre mi prese a lavorare presso di se, ma anche lì fu una grossa delusione. Mi comportavo male e combinavo danni agli altri operai.
Durante l’adolescenza cominciai a frequentare una brutta compagnia di amici, con i quali mi recavo in posti poco “puliti”. Nascevano spesso liti violente, anche a causa del mio brutto carattere, così un giorno, quasi come se fosse un “regolamento di conti” o per sfregio, mi portarono in un garage e li abusarono di me sessualmente, costringendomi a fare cose che non volevo. Tutto questo certo non aiutò a migliorare la mia condizione psicologica ed emotiva e più crescevo e più crescevano con me errori e comportamenti sbagliati.
Ricordo che, a causa di una certa situazione, entrai in una grave e profonda forma di esaurimento mentale e di depressione; la mia mente non ragionava più, ero sull’orlo del suicidio, a momenti di immobilità totale, si alternavano momenti di escandescenza in cui diventavo un pazzo furioso. I miei genitori piangevano dalla disperazione, mi portavano all’ospedale dove i medici ed gli infermieri cercavano di aiutarmi con medicine e tranquillanti, ma io picchiavo tutti e buttavo in aria qualunque cosa mi capitasse tra le mani, neppure i calmanti più forti servivano a qualcosa.
Un giorno un medico disse che per me non c’era più speranza, nessuna possibilità di recupero. Tuttavia una sera in un momento di lucidità, sdraiato sul letto, gridai al Signore, chiedendogli di aiutarmi. Dopo alcuni giorni, incontrai un mio amico, il quale, vedendomi così malridotto, mi aiutò per un certo tempo. Un giorno, il mio amico mi presentò un suo amico che, egli diceva, conosceva Dio. Quel giovane mi disse che c’era uno che poteva cambiarmi e darmi la vita eterna e che questi era Gesù. Io ero quasi sorpreso nel sapere che qualcuno potesse cambiarmi! Una sera entrai nella piccola chiesa evangelica che quel giovane frequentava e mi sedetti all’ultimo posto. Il semplice messaggio di quella sera riguardava l’episodio di Gesù che calma la tempesta.
Alla fine del sermone pregai e chiesi perdono al Signore di tutti i miei peccati. Dopo alcuni giorni entrai nel centro di recupero cristiano “Il Rifugio”, nei pressi di Catania, dove fui aiutato e ricevetti guarigione dal Signore. Da allora la mia vita è cambiata e ogni giorno di più viene trasformata dalla potenza rigeneratrice del Cristo risorto. Come conseguenza di tutto ciò anche i rapporti con i miei genitori sono stati risanati e da tre anni servo il Signore nella missione Cristo è la Risposta con piena gioia di vivere.
Quando tutti mi avevano detto che non c’era speranza, Gesù mi ha ridato una vita nuova!
Sebastiano Caruso
[notiziecristiane.com]
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