di BOB HOEKSTRA – Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili… (Giacomo 4:6)… per mezzo del quale (Gesù) abbiamo anche avuto, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi. (Romani 5:2)La grazia di Dio è accessibile attraverso l’umiltà e la fede. Se desideriamo vivere secondo la grazia di Dio, dobbiamo essere disposti a rinunciare all’orgoglio e camminare in umiltà. “Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili.” Il Signore si oppone al percorso dell’autosufficienza.
Quando supponiamo orgogliosamente che siamo in grado di produrre il tipo di vita che Dio ci chiama a vivere, il progresso spirituale è ostacolato. L’umiltà implica l’accordo con le affermazioni di Dio concernenti la nostra inadeguatezza. ” Non già che da noi stessi siamo capaci di pensare alcuna cosa come proveniente da noi stessi…,” (2 Corinzi 3:5). La persona che è disposta a camminare umilmente davanti al Signore ha una comprensione esatta del bisogno assoluto che il Signore lavori nella e attraverso la nostra vita. “Senza di me non potete far nulla” (Giovanni 15:5).
Insieme all’umiltà che riguarda noi, Dio vuole che camminiamo nella fede riguardo Lui. Il Signore vuole lavorare nella nostra vita con la sua grazia incomparabile. La fede accede alla grazia: “per mezzo del quale abbiamo anche avuto, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi”. Il Signore si compiace del sentiero della “Cristo-dipendenza.”
Ogni volta che ci troviamo ad affrontare qualsiasi questione della vita per mezzo della fede in Gesù Cristo, stiamo attingendo alla grazia abbondante del Signore. Quando accettiamo il fatto che solo Dio può produrre in noi il tipo di vita che Egli ci chiama a vivere, il progresso spirituale è assicurato. La fede comporta accordo con le dichiarazioni di Dio che lo riguardano, essendo Egli la nostra completezza: “ma la nostra capacità viene da Dio” (2 Corinzi 3:5). La persona che è disposta a camminare in fede con il Signore ha una comprensione accurata della Sua assoluta capacità di operare nella nostra vita e tramite essa. “Colui che dimora in me … porta molto frutto” (Giovanni 15:5).
Inoltre, come osservato in precedenza, l’umiltà e la fede sono realtà relazionali. Non possiamo produrle noi. Esse non sono il risultato dell’opera dell’uomo. Possono solo svilupparsi come una crescente realtà attraverso un crescente rapporto con il Signore Gesù.
Caro Signore, umilmente ammetto la mia insufficienza a produrre la vita che vuoi che io viva. Tuttavia, confesso con fiducia la tua grazia come mia risorsa sufficiente per un frutto abbondante. Signore, voglio conoscerti meglio, che l’umiltà e la fede possano essere sempre più reali nella mia vita, Amen.
Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook