Un medico brasiliano, grazie alla virtual reality, ha inventato un modo nuovo di vivere la gravidanza e osservare il feto. Questo potrebbe avere un impatto sulle pratiche abortive.
Grazie a un team di ricercatori brasiliani, specializzati in medicina del feto all’ospedale Rio’s Clinica de Diagnostico Por Image, adesso i genitori saranno in grado di osservare il feto che si sviluppa nella pancia della mamma in 3D grazie a visori di Virtual Reality, che combinano laster e ultrasuoni per ricostruire l’utero, la placenta, il cordone ombelicale e, chiaramente, il feto.
Con Virutal Reality si intende l’impiego di visori speciali – come ad esempio il famoso Oculus Rift – che vengono indossati come veri e propri occhiali che, nel migliore dei casi, coprono anche le orecchie. Questo permette allo spettatore di potersi girare di 360 gradi e di potersi muovere in una realtà, appunto, virtuale, dove tutto è in realtà un grande film. Adesso, in questa realtà sarà possibile osservare persino il feto del nascituro.
Questo progetto pionieristico è stato fondato dieci anni fa dal dottor Heron Werner Jr. e dal suo team di sviluppo, collegando ultrasuoni e dati a stampanti 3D per fornire un vero e proprio “calco” del feto all’interno dell’utero ed esaminarne le caratteristiche fisiche. L’intento è infatti principalmente medico: serve per fornire misure più precise della circonferenza cranica, ad esempio, o anche vedere se internamente le strutture tracheoesofagee sono ben formate e nella norma.
Quella della stampante era un’idea in nuce che a fronte degli ultimi sviluppi tecnologici ha preso un’altra forma, passando da semplici calchi tridimensionali a un’esperienza di Virtual Reality in un ambiente completo. Il visore fornirà anche l’audio del battito cardiaco del feto.
Il dottor Werner afferma che l’invenzione si renderà utile per valutare meglio lo stato di salute del feto, soprattutto in caso di gravidanze multiple, dove una conoscenza completa dello sviluppo del feto è ancora più necessaria e complessa. Esso verrà anche utilizzato per scoprire e valutare masse tumorali nel feto, le quali possono essere rimosse con una operazione chirurgica ancor prima del parto.
Non tutti i medici, tuttavia, sono però d’accordo nel fornire un simile servizio. Da una parte, questo tipo di visualizzazioni sono davvero costose. Inoltre, non tutti i medici si sentono liberi di sottoporre le proprie pazienti a simile flusso comunque consistenti di raggi che potrebbero essere nocivi. A fronte di questa problematica, il dottor Werner ha dichiarato che bastano soltanto 15 minuti all’interno di una macchina a raggi MRI per avere un risultato più che buono.
Questo servizio sarà presto acquistato da una grossa società americana, cui però il dottor Werner non vuole far nome. Intanto, però, alle ragioni mediche si sovrappongono ragioni etiche. La possibilità di valorizzare così tanto la visione del feto potrebbe prevenire, in alcuni casi, il ricorso ad aborto di bambini già del tutto formati nel grembo materno.
di Daniele Ciacci | Lanuovabq.it
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