Su iniziativa del premier laburista Jacinda Ardern il parlamento neozelandese ha approvato il disegno di legge che rimuove l’aborto come reato dal Crimes Act: la donna può infatti abortire anche dopo le 20 settimane di gestazione fino a un giorno prima del parto.
L’interruzione volontaria di gravidanza viene ora trattata alla pari di qualsiasi altro problema di salute, come commentato dal ministro della giustizia Andrew Little.
Il motivo alla base di questa decisione è legato alla volontà di lasciare libera la donna di interrompere la vita che porta in grembo in qualsiasi momento. Sembrerebbe pertanto che il punto focale sia la tutela della libertà dell’essere umano ormai adulto e presumibilmente capace di pensare e di agire. La libertà del nascituro assume invece un valore nullo: quest’ultimo infatti pur esistendo nel grembo non ha capacità decisionale, non può parlare e non può ancora intendere e anzi perde i propri diritti ancora prima e ora poco prima di poterli avere.
Ma siamo sicuri che così venga salvaguardata la libertà della donna? Un famoso libro racconta di una donna laicista che rivede i suoi iniziali propositi abortivi quando viene travolta dall’urlo del suo bambino in grembo che le chiede di vivere. E se la vera libertà fosse quella che si sottomette all’amore per l’altro? E soprattutto da chi viene veramente la vita perché si possa scegliere poi che farne? Se ci riflettiamo in fondo l’uomo, anche il meno credente, è stato creato a immagine e somiglianza di un Dio che si è donato nel rispetto della libertà altrui. Dio infatti ci ha creato ma ci ha lasciati liberi perfino di decidere se riconoscere la sua paternità, se essere suoi figli o meno.
Dio dice “Prima che io ti avessi formato nel grembo di tua madre, io ti ho conosciuto” (Geremia 1, 4-9). Dio ci desidera e ci conosce prima di averci formato nel grembo materno, la vita viene da Lui ed è un vero miracolo.
È interessante che la scienza si interessi da decenni alla vita al di fuori del pianeta terra e che reputi vitale una particella di piccolissime dimensioni quando ciò che vive all’interno di un grembo materno ha dimensioni ben superiori e rappresenta molto più di una particella: una vita già in fase di sviluppo, pronta a crescere riprodursi e morire.
Questa vita è sempre vita dal primo al nono mese, una vita che in mano all’uomo potrebbe purtroppo non avere mai vita.
Irene Rocchetti
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