In cima alla scala della hit parade di tutti i santi, oggi vi si trova quel piccolo frate che da molti santuari fa dirottare tantissimi pellegrini, verso quel piccolo e brullo paese di montagna, San Giovanni Rotondo. Diversi fedeli hanno esternato una certa insofferenza, anche tramite le pagine di diversi giornali laici e cattolici, per la nuova moda eccessiva di mettere la sua immagine sugli annunci funebri, come anche per le tantissime statue collocate nelle vie dei paesi che hanno superato e offuscato persino quelle della madonna. Dai vari mass-media si è poi avuta notizia che il 16-06-‘02, giorno in cui è stato dichiarato santo, vi è stato un afflusso a Roma di 300.000 pellegrini.
Credo che la forte spinta verso quest’uomo, si abbia non tanto per la ricerca delle verità spirituali contenute nella Bibbia, ma per la morbosa attrazione prodotta dall’ultraterreno, dal mondo dell’occulto, vi è anche la grande voglia di aggregazione a moltitudini di persone per fuggire dall’isolamento e il forte desiderio di guarigione dalle tantissime malattie che affliggono l’umanità. È strano vedere 300.000 uomini correre verso la santificazione di un solo uomo, e non verso Gesù che venne per santificare tutti gli uomini.
Se si chiede alla gente: “Tu sei santo?” vi è stupore per la domanda come se si stesse parlando di extraterrestri, poi si risponde che è impossibile esserlo
o diventarlo. Se per diventare santi ci vuole una vita esemplare, e se bisogna fare tanti miracoli, o morire da venerantissimo, subendo 30 anni di processi come nel nostro caso, e se si aggiunge la spesa di iter burocratico di circa sei miliardi di lire per bolle e udienze varie, come annunziato al Tg5, è sicuro che si rinuncia, o non si pensa proprio a questa grande beatitudine. Questo semplice dono di Dio è stato trasformato in qualcosa di complicato, mentre chiunque crede può essere santo in qualsiasi momento.
L’essere santi è la condizione essenziale per potere entrare in paradiso, ed è il motivo per cui Gesù è venuto: salvare e santificare i peccatori. Se il ladrone in croce vicino a Gesù (Lu. 23:33/43) non veniva purificato e santificato non poteva entrare in cielo. Se non si è già santi quando si muore, non è possibile entrare nella casa del Dio tre volte santo (Is. 6:1/3). Il ladrone non aveva fatto miracoli e non aveva condotto una vita esemplare, ma dopo una preghiera di pochi secondi è diventato santo, e nello stesso giorno si è ritrovato in paradiso. Questo è il luogo di Dio, e per Gesù è “la casa di mio Padre” (Gv. 14), il luogo santissimo del Dio tre volte santo, in cui nessuna cosa impura (contrario di santo) vi può entrare (Ef. 5:5). Ogni luogo è santo se vi è la presenza del Signore, come il tabernacolo nel-l’Antico Testamento, o il monte dove Mosè si tolse le scarpe. Oggi ogni vero credente è santo per la presenza del Signore nel suo cuore, e non è prerogativa di alcuni che per l’eroicità delle loro virtù sono elevati agli onori degli altari (luogo dove solo Dio deve essere elevato), ma di ogni vero credente che è divenuto il tempio dello Spirito Santo, solo per l’eroicità e per il sacrificio di Gesù.
Egli diceva alla gente “pia” del suo tempo: “le prostitute entrano prima di voi nel regno di Dio”
(Mt. 21:31), e così anche chi è stato lavato, santificato, giustificato nel nome di Gesù, mediante lo Spirito di Dio (1Cr. 6:9/11), come il nostro ladrone. Quando Dio santifica gli uomini (e solo Lui può farlo -Es. 31:13; 1Ts. 5:23), lo fa dopo pochi secondi. Quando invece gli uomini santificano altri uomini allora necessitano lunghi processi di 30 anni.
SANTO è colui che, lavato e separato dal peccato è divenuto sacro a Dio, appartiene a Dio. Come per togliere le macchie dei panni si usa il detersivo, così per santificare il nostro essere Dio usa l’indispensabile, il sufficiente e l’unico detersivo spirituale, il sangue di Gesù che purifica da ogni peccato, passato, presente e futuro, totalmente, completamente ed eternamente (1Gv. 1:7/10). Sta scritto: “Noi siamo stati santificati, mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta e per sempre… Infatti con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati” cioè, tutti quelli che hanno creduto (Eb. 10:10 -14).
Sacro e Santo significano anche “inviolabile, invincibile”, ossia che nessuno può toccare o vincere. Nella posizione di santo vi è il punto essenziale della certezza della salvezza, della vita eterna e dell’entrata in paradiso, perché è l’opera di Dio. Nessuna opera o forza umana può renderla inviolabile e invincibile, ma solo Dio che è il più grande di tutti e nessuno può violare la Sua santità e strapparci dalle Sue mani. Satana è potente, ma non ci fa paura perché Dio è onnipotente. (Gv.10:27/30). Queste certezze mancarono a Pio per tutta la sua vita, come egli stesso testimoniò in uno dei suoi scritti (Bollettino Medjugorje 07-04-‘02).
Affermava tra l’altro di ricevere botte dai demoni, mentre non leggiamo nella Scrittura che alcuno dei santi biblici ebbe mai botte dai demoni, ma le ricevettero soltanto le persone che non appartenevano a Dio (At. 19:13/17). Quanto detto però non meraviglia, poiché secondo alcune testimonianze i genitori di Pio erano dediti a fare sedute spiritiche. È strano poi che un santo viva una vita nella paura di non salvarsi l’anima quando la fede biblica è certezza (Eb. 11:1) e l’amore perfetto caccia via la paura (1 Gv. 4:18) da ogni condanna (Rm. 8:1; Gv. 5:24).
É altrettanto strano per un uomo di Dio che Pio accettava le persone prostrate davanti a lui e tutti i baciamano. Molti sono propensi a testimoniare che fu un uomo umile e che non desiderava questa “quasi adorazione”. Diverse volte nella storia biblica degli uomini si sono inginocchiati davanti all’apostolo Paolo, o agli angeli, ma loro istantaneamente li rialzavano anche strappandosi i vestiti, in segno di totale disapprovazione, invitando la gente ad adorare solo Dio (At. 14:8-18; Ap. 19:10; 22:8-9). Pio di Pietrelcina non si comportò in questo modo.
In un qualsiasi vocabolario della lingua italiana, alla parola santo si legge: “Rendersi con le opere degno della grazia divina”. Come abbiamo visto però la santità non è un frutto delle opere umane ma dell’opera di Dio, “Tutto è compiuto” esclamò Gesù sulla croce. Quindi è l’opera perfetta di Gesù che ci fa santi e non la nostra. Gesù diceva che siamo incapaci di fare un solo capello nero o bianco (Mt. 5:36), e quindi non possiamo realizzare la nostra santificazione. Solo Dio può farlo, togliendo dal nostro corpo il cuore di pietra per mettervi quello di carne, che è ubbidiente e puro, che ama e vive (Ez. 11:19).
Purtroppo nel mondo religioso solo chi è santo è elevato agli onori degli altari, dopo lunghi ed estenuanti processi. Stranamente, come nel nostro caso, questa santificazione è stata fatta senza avere ancora le prove che le stigmate di Pio siano vere, per come si è almeno pronunciata la chiesa cattolica. Ma nel frattempo le bende che ha usato negli anni vengono tagliate a pezzettini (quelle sporche di sangue hanno più valore), incorniciate come monili da collana, e vendute a caro prezzo come portafortuna miracolosi.
La burocrazia religiosa come dicevamo è molto più lunga e penosa della burocrazia politica, con le sue immancabili discriminazioni. Per esempio più dell’80% delle persone dichiarate sante, come anche la lunga lista dei papi, sono di origine italiana. Solo pochi giorni fa è stata riconosciuta santa una donna brasiliana. Crediamo proprio che fra milioni di uomini in Brasile vi sia una sola santa? O crediamo invece che in Brasile vi sono migliaia di santi che lodano il Signore, e che vi sono più santi nella Cina comunista che nella nostra libera Italia? Negli ultimi 20 anni sono stati dichiarati “santi” più persone che negli ultimi 400. Vuol forse dire che in passato ci sono stati pochi santi? Oppure oggi si può superare più facilmente la burocrazia religiosa?
Ogni religione e setta ha i suoi propri santi particolari, nel buddismo vi sono i Guru; fra i Testimoni di Geova, solo 144.000; i kamikaze fra i musulmani… Di fronte a queste argomentazioni, secondo Dio, chi è, e chi può diventare santo?
“Non sapete che gli ingiusti non
erediteranno il regno di Dio?
Non vi illudete;
né fornicatori, né idolatri,
né adulteri, né effeminati,
né sodomiti, né ladri, né avari,
né ubriachi, né oltraggiatori,
né rapinatori erediteranno
il regno di Dio.
E tali eravate alcuni di voi:
ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio”
(1 Cr. 6:9/11). Quindi tutti possono diventare santi, ora e subito, anche i peggiori. Gesù non è venuto per santificare degli uomini speciali e carichi di virtù, ma dei peccatori. Non bisogna essere morti per diventarlo, anzi dopo morti non c’è più speranza (Eb. 3:7/11). Infatti quando l’apostolo Paolo scriveva le sue lettere a tutti i credenti vivi e vegeti del suo tempo, e residenti in varie città, iniziava così: “Ai santi che sono in Efeso, Roma, Filippi…”
(Ef. 1:1; Fl. 1:1). Quindi i santi non sono quelli appesi al muro, ma tutti gli uomini che hanno creduto in Gesù e attendono con gioia il Suo ritorno prossimo.
“Poi i santi dell’Altissimo riceveranno il regno e lo possederanno per sempre, eternamente”
(Daniele 7:18).
* Abbiamo omesso il nome “padre” in obbedienza a Gesù che ha detto: “Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli” (Mt. 23:9).
Nicola & Lina Scorsone
[notiziecristiane.com]
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