A Gesù non interessava la gloria terrena

Una delle cose più difficili da mantenere in un paesino è la riservatezza. Non è mai successo di sentire qualcuno gioire per il fatto di essere finito in mezzo alle solite chiacchiere da bar, al contrario pare che essere sulla bocca di tutti non faccia assolutamente piacere a nessuno. Questa tendenza, in realtà, sembra essersi velocemente capovolta con il sopraggiungere dei social network. Improvvisamente tutti noi abbiamo una grande voglia di esporci, di metterci in bella mostra come merce pregiata sul mercato della socialità, e riteniamo di avere davvero un numero infinito di cose da raccontare. A quanto pare, dunque, una delle tendenze sociali più diffuse nell’ultimo millennio, è la voglia di raccontarsi e di essere direttamente protagonisti. Una cosa è certa: siamo ormai diventati la generazione dell’egocentrismo virtuale.

Ma questo egocentrismo virtuale, non si è limitato solo a riempire alcune aree della nostra vita, ma si è insinuato molto bene anche nell’area “religiosa”, trasformando il “modo di essere” di molti credenti in maniera assai negativa.

La realtà è che, se anche siamo stati creati e scelti da Dio per un solo scopo, essere conformi all’immagine di Cristo, la verità è che c’è una grande, grandissima differenza tra noi e Gesù, e non per il semplice fatto che Gesù era (ed è) Gesù, e noi siamo uomini di carne con tutte le nostre imperfezioni. C’è una grande differenza nella nostra attitudine alle cose spirituali, alle cose di lassù.

Vedete. La Bibbia racconta che, dopo che Gesù ebbe sfamato più di 5.000 uomini (senza contare le donne e i bambini) attraverso la moltiplicazione dei pani e dei pesci, sapendo che stavano per venire a rapirlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, tutto solo (Giovanni 6:15). Ora, pensateci bene: cosa c’era di male se il popolo lo avesse proclamato re? Egli è il Re, il Re dei re! Gesù, avrebbe potuto benissimo pretendere di essere proclamato re, Lui era (è) Dio. Ma quale fu la reazione di Gesù all’intenzione del popolo? Si ritirò sul monte, in disparte, tutto solo… Dubito che, al giorno d’oggi, con tutto questo “egocentrismo religioso da social”, qualcuno abbia il coraggio di rinunciare a cotanto onore.

Sir Richard Francis Burton, noto esploratore, traduttore e orientalista britannico del 1800, disse: “Più studio le religioni più sono convinto che l’uomo non ha mai adorato altro che non se stesso!”. Come biasimarlo… Mentre Gesù non era legato alla Sua natura divina ma spogliò Sé stesso, noi al contrario vogliamo essere Dio, ci innalziamo su ogni cosa, vogliamo apparire, vogliamo visibilità, essere riconosciuti e onorati dagli uomini, senza accorgerci di scivolare lentamente nel fariseismo, che è lo spirito che ci porta in una direzione contraria a Dio, perché è lo spirito che caratterizzò Lucifero. Ma Gesù, dice la Bibbia, pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini (Filippesi 2:6-7).

A Gesù non interessava la gloria terrena, perché sapeva bene da dove veniva e dove stava per andare, e quale gloria gli era riservata nel cielo, fin dall’eternità, con il Padre. Volevano rapirlo per farlo re, ma Egli si ritirò in disparte sul monte, tutto solo. Egli aveva una visione totalmente diversa da quella del popolo. Il popolo voleva farlo re, ma a Lui non gli importava assolutamente diventare re su questa terra, essendo già il Re dell’universo.

Cari nel Signore, abbiamo molto, troppo da imparare dal Maestro. Dio ci aiuti a comprendere che dobbiamo abbassarci, azzerarci completamente, e non usare il Cristianesimo per un successo personale, come merce da bancone sul mercato virtuale. Chi innalza, sarà abbassato.

Alessio Sibilla

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook