La sociologia economica e dello sviluppo si è interrogata sulle conseguenze della globalizzazione del commercio mondiale. Ecco una sintesi dei principali risultati.
(Mark Herkenrath) Diversi paesi – in particolare in Asia e soprattutto la Cina, ma anche la Malesia e il Vietnam – hanno ampiamente beneficiato di una crescita economica basata sulle esportazioni negli ultimi due decenni. Al contrario, in media, i paesi in via di sviluppo e le economie emergenti a partire dal 2000 non hanno avuto un successo economico maggiore rispetto agli anni Sessanta e Settanta, cioè prima dell’inizio dell’ultima ondata di globalizzazione degli scambi e degli investimenti. Inoltre, i paesi che dipendono in gran parte dalle esportazioni hanno particolarmente sofferto le conseguenze della crisi finanziaria ed economica iniziata nel 2008. Questi paesi sono particolarmente vulnerabili ai problemi causati da fattori esterni e non hanno mostrato, in termini generali, tassi di crescita superiori ai paesi meno dipendenti dalle esportazioni. In sostanza, il tipo di globalizzazione dominante fino ad oggi non ha fornito benefici ai paesi poveri in termini di crescita.
Mark Herkenrath
Per contro, la disuguaglianza all’interno di questi paesi è peggiorata rispetto al periodo di massimo splendore del neoliberismo alla fine del millennio, anche se con notevoli differenze regionali. In molti paesi in via di sviluppo, solo gruppi ristretti hanno beneficiato della globalizzazione; in altri paesi, le élite ne hanno beneficiato molto di più rispetto al resto della popolazione.
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A questo proposito, va notato che è difficile trovare nella letteratura scientifica uno studio che dimostri che il commercio internazionale ha ridotto la disuguaglianza da redditi nei paesi in via di sviluppo. Molti studi dimostrano, al massimo, l’assenza di correlazione tra il commercio e l’ineguaglianza, altri invece stabiliscono un effetto che favorisce le disuguaglianze. Uno studio che differenzia il commercio Sud-Sud dal commercio Nord-Sud è di particolare interesse: esso, infatti, arriva infatti, alla conclusione sorprendente che il commercio tra i paesi in via di sviluppo riduce le disuguaglianze, mentre il commercio con i paesi industrializzati aumenta la disparità nei paesi in via di sviluppo. Questo studio raccomanda pertanto ai paesi poveri di rafforzare gli scambi regionali tra i paesi in via di sviluppo. (trad. it. Daniele Lupelli, Alliance Sud)
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