Servono i documenti di chiesa? E Quali?

Per quanto tediosi possano essere, i documenti di chiesa sono un componente cruciale nell’armamentario del pastore. Vorrei prenderne in esame tre: la Confessione di fede; il Patto di chiesa; la Costituzione.

La Confessione di fede.

Si tratta di una sintesi di convincimenti dottrinali. I cristiani nella chiesa primitiva hanno beneficiato dal Credo Apostolico, di Nicea (AD 325, 381) e di Calcedonia (451). Questi pronunciamenti semplici e concisi riflettevano la fede cristiana in Dio da essi condivisa e il Vangelo tramandatoci. Una ventata di confessioni nel periodo della Riforma ha unificato nel Vangelo le chiese protestanti, pur nell’articolazione di differenze marcate sul governo di chiesa e il battesimo. La Confessione Augustana (1530), di Westminster (1546), la Dichiarazione di Savoy (1658) e Seconda Confessione di Londra (1689), hanno enunciato rispettivamente le convinzioni dottrinali di luterani, presbiteriani, congregazionalisti e battisti.

Le chiese del XX secolo si sono erte saggiamente su questo retaggio nobile, adottando i propri articoli di fede. Assentirvi è la richiesta tipica per divenire membro di chiesa o assumerne la conduzione. Malgrado nelle Epistole Pastorali non troverete la frase: “Adotterai degli articoli di fede nella tua chiesa”, permane comunque un accorgimento salutare di cui ci priviamo stoltamente.

Gli articoli di fede sono un dono alla chiesa, e ai visitatori che intendono conoscerne il credo; saranno più propensi a fidarsi se vi dimostrate lineari riguardo alla dottrina. È un dono anche per gli insegnanti che anelano a tagliare rettamente la Parola. Un insegnante della scuola domenicale, familiare con gli articoli di fede della propria chiesa, può concludere giustamente: “Non dovrei dire a tutti in classe che devono credere nel rapimento antecedente la tribolazione!”. È un dono per gli anziani, bisognosi di saggezza se vincolare o meno la coscienza individuale. “C’è libertà di affermare il matrimonio omosessuale?”, chiede qualcuno; “No”, replica l’anziano: “Abbiamo studiato la Bibbia sull’argomento e riassunto la nostra posizione negli articoli di fede. La prego di leggerli, quindi considereremo insieme le Scritture per capire come abbiamo raggiunto tale conclusione”. Da ultimo, è un dono per ogni membro di chiesa perché sottolinea le dottrine che ci uniscono. Dopotutto, l’intensità della comunione di fede va di pari passo alla condivisione di credenze.

Ovviamente, gli articoli di fede, a differenza della Bibbia, non sono inerranti. Si possono modificare per migliorarne la chiarezza. Per fare un esempio, negli ultimi anni molte chiese hanno aggiunto un articolo a proposito della visione biblica del matrimonio.

Il ricorso ad articoli di fede validi è un po’ come giocare a bowling coi cordoli. Come i cordoli tengono la sfera nella traiettoria, gli articoli ci mantengono allineati alla verità, impedendoci di sviare troppo nella direzione errata. La Bibbia è la nostra sola autorità. Dopo la Scrittura, degli articoli di fede qualitativi sono uno strumento importante per proteggere e incoraggiare la dottrina sana.

Il Patto di Chiesa.

Paolo dice a Timoteo: “Bada a te stesso e all’insegnamento” (1 Ti 4:16). Se gli articoli di fede sono una sinopsi dell’ortodossia, il patto sintetizza l’ortoprassi. Aiuta i responsabili di chiesa e i membri a descrivere la vita di fede. L’uso appropriato del patto incoraggia i membri ad assumere la responsabilità della santificazione reciproca.

Ho constatato come il patto di chiesa sia l’ausilio migliore, dopo la confessione di fede, nel preparare i credenti per l’adesione alla chiesa. Vogliono sapere non solo ciò che crediamo, ma anche come concordiamo nella vita comunitaria. Analizzare un patto di chiesa è come incamminarsi nel parco della santificazione. Quanti non sono a proprio agio col patto, capiscono subito che quella chiesa non fa per loro.

Nella mia chiesa, di norma leggiamo il patto a voce alta quando celebriamo la Cena del Signore. Malgrado non sia un obbligo scritturale, esaminare se stessi lo è (1 Co 11:28). Il modo migliore non è forse richiamando le promesse che ci siamo fatte quando siamo diventati membri di quella chiesa locale? Non abbiamo solo promesso di credere determinate realtà, ma anche di vivere in un certo modo.

Un patto di chiesa è un’agenda di impegni circa l’integrità personale, l’amore fraterno e l’evangelizzazione. Procacciare la santificazione non ci redime – quella è opera dello Spirito per mezzo del Vangelo glorioso di Gesù Cristo – ma una vita cambiata è evidenza di una conversione; rispettare un patto di chiesa è funzionale alla santificazione.

La Costituzione.

Nel mio Stato, una chiesa che aspiri allo status di no-profit deve dotarsi di una costituzione che ne descriva il funzionamento. In tale aspetto pratico, una costituzione di chiesa risulta “necessaria”. Vorrei tuttavia affrontare la questione da un’angolatura leggermente diversa. Anche se lo Stato non esigesse una costituzione, incoraggerei comunque la mia chiesa a redigerne una.

Quando l’apostolo conclude l’analisi dell’adorazione di chiesa con le parole: “ … ma ogni cosa sia fatta con dignità e con ordine …” (1 Co 14:40), non intende che la chiesa dovrebbe adottare una costituzione. Insiste semplicemente sul fatto che le riunioni avvengano senza il disorientamento di non sapere chi abbia la conduzione né quale sia il programma. Gli articoli di fede possono soddisfare alquanto tali esigenze, ma una buona costituzione pone interrogativi secchi: chi può ricoprire l’incarico di anziano o diacono? Come selezionarli? Chi gestisce le finanze? Si può revocare un membro di chiesa?

Per alcuni si tratta di domande tediose, nella peggiore delle ipotesi non spirituali. Qui però la chiarezza aiuta le pecore a sentirsi al sicuro, soprattutto quelle che in passato hanno subito l’arroganza di responsabili di chiesa. Un pastore valido dirà alla propria congregazione: “Se mai cominciassi a insegnare ciò che va contro la Scrittura, dovrete cacciarmi senza esitazioni”. Una costituzione ben scritta spiega alla chiesa come farlo.

Gesù ci ha ammoniti a essere “ … prudenti come i serpenti e semplici come le colombe” (Mt 10:16). Viviamo in un mondo dove le chiese sono attaccate dall’esterno e l’interno. Quelle intenzionate a ubbidire alla Scrittura, disciplineranno i membri dediti al peccato abituale e impenitente. Le procedure di scomunica si troveranno nella costituzione e dovrebbero essere sottoscritte da chiunque gradisca diventare membro di quella chiesa. Ciò non impedirà a un membro di chiesa irritato di citare in giudizio la comunità, o gli anziani, per calunnia (o peggio), ma una costituzione scritta è utile a vivere in un mondo che rifiuta l’etica biblica e se la prende con la chiesa fedele alle Scritture.

Un appello per ancor più documenti.

La Confessione di fede, il Patto di chiesa e la Costituzione, sono il Re, la Regina e il Principe dei documenti ecclesiastici. Oltre questa famiglia reale, altri documenti meritano attenzione.

Un modo di amare i bambini della chiesa (e i loro genitori) è adottare un protocollo di protezione dei minori. I pedofili sono soliti prendere di mira i ministeri improvvisati rivolti ai giovani. L’assenza di un protocollo di protezione dei minori equivale a mostrare negligenza verso di essi.

Un manuale di attività di chiesa è altrettanto utile. Sorgono questioni di peso che non trovano menzione nella costituzione, come ad esempio: che fare quando le offerte non coprono le spese? Se c’è un avanzo? Se la signora Rossi gradisce fare una donazione per erigere una fontana all’ingresso? Se Mario vuole spedire una circolare ai membri di chiesa per raccogliere fondi in vista di un viaggio missionario? Come gestire richieste di aiuto? La chiesa è aperta alla comunità durante la settimana?

Presto o tardi queste problematiche sorgeranno. Inserirle tutte nella costituzione la renderebbe prolissa e inapplicabile. Un buon manuale invece può colmare le lacune amministrative e far risparmiare tempo per la conduzione. In sintesi, una costituzione valida facilita l’unità nella chiesa in fase decisionale; non c’è alcunché di “spirituale” nella mancanza di unità.

In conclusione.

La maggior parte di noi non ama addentarsi nei documenti di chiesa, soprattutto perché sappiamo che Gesù tornerà e dobbiamo evangelizzare e discepolare. Concordo di mantenere la chiesa concentrata su tale obiettivo.

È comunque utile redigere documenti di qualità. Pensa all’evangelizzazione e discepolato come una macchina da corsa. I documenti sono come una pista: se la manutenzione è impeccabile, la macchina è libera di sfrecciare fino al traguardo; altrimenti, la vettura deve rallentare e magari essere costretta ai box per sostituire le gomme. Le piste peggiori finiscono inevitabilmente per danneggiare la migliore delle macchine.

In termini analoghi, una chiesa priva di documenti validi può andare avanti per qualche tempo, ma ben presto vi troverete impelagati in problematiche che vi distrarranno dall’attività principale. Nel lungo termine, aiuteranno la vostra chiesa a concentrarsi su ciò che conta di più: il Vangelo.


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