Perché mi preoccupo? E quando lo faccio per “giusta causa”, come posso uscire dalla preoccupazione?
Durante un controllo medico di routine il dottore di Antonio ha scoperto una piccola massa e ha ordinato di fare un esame approfondito, il cui risultato sarebbe arrivato solo dopo una quindicina di giorni. Inutile dire che Antonio si è preoccupato!
Guidando verso casa la sua mente ha cominciato a vagare… Da quanto tempo ho questa massa? Che cosa può essere? Lo devo dire a mia moglie o è meglio tacere e tenerlo per me? E se fosse un tumore, che cosa sarebbe dei miei figli? Come potrei lavorare e sostenere la famiglia? Se le spese mediche dovessero essere elevate, come potrei fare? Come mantenere vivo il rapporto con mia moglie anche se dovessi assentarmi per lunghe cure mediche… Così tante preoccupazioni emergono facilmente, sono i “che cosa accade se…” che affollano la mente di Antonio e non si riesce metterli tacere. Solo il pensiero del sostegno finanziario, sa solo, è davvero assillante. Andare in banca, chiedere un prestito per fronteggiare la situazione mentre si è in ospedale… Le opportunità che le preoccupazioni crescano esponenzialmente, in particolare riguardo gli aspetti famigliari, le possiamo immaginare tutti. La più naturale delle reazioni, in questi casi, è prevedere i peggiori scenari. Certamente pensare al peggio non risolve i problemi, anzi paradossalmente, ne aggiunge altri. Ne deriva che preoccuparsi non fa altro che peggiorare le cose. Che cosa dobbiamo fare allora?
Perché ci preoccupiamo?
Ci preoccupiamo perché, come persone, siamo abituati a farlo perché siamo circondati da validi motivi: per la famiglia, per gli amici, per la salute, per il lavoro… Con tutto quello di cui dobbiamo prenderci cura in ogni momento, soprattutto con tutto quello che continua a sfuggire al nostro controllo, sembra quasi che ci alimentiamo di preoccupazione e che senza non riusciamo a vivere! Vero? Mi piacerebbe vivere in un mondo futuro progettato senza alcuna “peggiore situazione”. Non preoccupiamoci: per quanto ci preoccupiamo o non ci preoccupiamo, per quanto fatichiamo duramente, noi non possiamo controllare il nostro futuro.
Come affrontare le preoccupazioni
Antonio non ha mai pensato a se stesso come a una persona particolarmente religiosa. Non ha mai capito il bisogno che molti sentono di andare in Chiesa, né perché alcuni dicano che bisogna leggere la Bibbia. Ma dopo questa visita dal dottore, dopo questo scossone nella sua vita, un amico al lavoro gli ha suggerito che, proprio nella Bibbia, avrebbe potuto trovare un aiuto.
Con sua sorpresa, Antonio ha scoperto che la Bibbia dice un mucchio di cose riguardo alle preoccupazioni. Vi sono anche molte risposte su altri argomenti, ma riguardo le preoccupazioni ha scoperto che è necessario fare delle scelte con tutto il proprio cuore.
Antonio ha scoperto che l’Iddio della Bibbia simpatizza con le nostre debolezze e non pretende che, al momento, ci preoccupiamo per situazioni che ancora, obiettivamente, non esistono.
Ci sono molti che sono convinti che qualunque cosa pensino può portare loro preoccupazione. Ma per tutti questi, e anche per te, la Bibbia ha sempre l’ultima risposta, sul perché essere preoccupati e che cosa dobbiamo fare quando lo siamo. La spiegazione della Bibbia è che la maggioranza delle persone è preoccupata perché non conosce la verità della potenza dell’amore che Dio ha per noi.
Durante la Sua vita sulla terra Gesù usò espressioni del tipo “poca fede” verso coloro che erano preoccupati per il vestire, il cibo, le risorse, il futuro… (confronta i brani dal Vangelo di Matteo 6:30, 8:26, 14:31, 16:8).
Egli disse che le preoccupazioni opprimono coloro che non credono che Dio è interessato proprio alla loro vita, in particolare al loro cuore. La Bibbia ci racconta che Dio, che ha creato il mondo e quanto è in esso, ha un grande desiderio di avere una relazione personale con noi. Ma fin dal principio vediamo come l’uomo sia interessato solamente alle relazioni che offrono personale soddisfazione, e il mancato desiderio di coltivare una relazione con Dio porta, purtroppo, a ignorare Lui, il Suo operato, il Suo pronto aiuto. Questo porta ad entrare in guerra con Dio, a imputarGli ogni male, sentendosi defraudati se non si riceve secondo le aspettative. In ogni caso, presto si vedono le conseguenze delle scelte di vivere nella propria via, perdendo la pazienza e preoccupandosi quando non si ha il controllo di ogni cosa. Si finisce così per avere paura di ciò che semplicemente temiamo che potrebbe accadere.
Che cosa possiamo fare con le nostre preoccupazioni?
Dio ci ha così tanto amati da voler prendere le nostre preoccupazioni per rialzarci. La paura solitamente viene per il futuro incerto, ma Dio vuole che scopriamo come Lui vuole prendersi cura di noi. Guarda, anche solo per un momento, a questo testo del Vangelo di Giovanni: “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Vangelo di Giovanni 3:16). Giovanni ci presenta una grande verità: Dio ci ama! Solo Lui può dare certezza a un mondo pieno di dubbi e di ansietà. Questo significa che la cosa migliore che possiamo fare con le nostre preoccupazioni è ammettere davanti a Dio che le abbiamo, riconoscendo onestamente di non poter fare nulla, di non avere né soluzioni né rimedi. Impareremo a confidare, non in noi stessi senza alcun rimedio, ma solamente in Dio.
Comprendere Dio
Giovanni puntò sulla verità che Dio è più importante delle nostre preoccupazioni: Egli ha un grande amore per tutto il mondo! Quando ci confrontiamo con il meraviglioso amore di Dio, diventa sempre più chiara la Sua importanza per noi.
L’amore di Dio ci fa comprendere che la morte non avrà più potere su di noi “affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna”. Sì, Dio offre vita eterna, una vita da trascorrere con Lui, e siccome Dio offre vittoria sulla morte a quanti si affidano a Lui, l’unica nostra “buona” preoccupazione è continuare ad avere fiducia in Lui.
La Bibbia ci dice che Dio è ovunque, che Egli conosce ed ha il controllo di ogni cosa. Ha la saggezza e le risorse più grandi che noi possiamo mai immaginare. Grazie a Dio Egli ha provveduto per noi la via di uscita dalla nostra situazione di peccato e la nostra relazione con Lui è, nel Suo Figlio Cristo Gesù, completamente ripristinata. Giovanni ci dice che nella Sua immensa grazia Dio ha mandato il Suo unigenito Figlio, Gesù, a morire al posto nostro. Egli in ubbidienza e per amore ha affrontato da vero uomo circostanze che avrebbe impaurito chiunque. È stato frainteso, rifiutato, battuto, vilipeso, ucciso per i nostri peccati. Lui, il santo, l’irreprensibile, l’Agnello senza macchia, si è sporcato con le nostre mancanze, si è caricato al posto nostro di tutte le nostre iniquità. Per la nostra disubbidienza, Egli è stato ubbidiente fino alla morte, e alla morte sulla croce!
Essere onesti con Dio
Dobbiamo imparare ad essere onesti con Dio nello stesso modo in cui dovremmo esserlo con tutti. La relazione con Lui si svilupperà quanto più ci apriremo a Lui. Siamo onesti con Dio cominciando ad ammettere che siamo troppo concentrati su noi stessi, disobbedienti per natura (questo la Bibbia lo chiama “essere peccatori”). Nonostante questo Egli ci ama, lo fa nonostante che le barriere dei nostri peccati ci abbiano separato da Lui. Dio ha un carattere perfetto, è santo, è puro, e non può tollerare i nostri peccati.
Gesù diede la vita sulla croce per pagare il prezzo dei nostri peccati. È morto, è risorto, ha vinto la morte per dare a chiunque crede in Lui vita eterna. È il sacrificio finale per noi, la Bibbia urgentemente ci invita a credere in Lui, in ogni tempo, in ogni cosa! Facendo questo, Lui prende il controllo, le barriere vengono rimosse, la nostra relazione con Dio diventa nuova!
Se non sei sicuro di avere una relazione personale con Dio, adesso è il momento per cominciare ad averla. Non è difficile, ma necessita da parte tua, mia, di chiunque, la più grande decisione che tu possa avere mai preso. Molti hanno pregato più o meno in questo modo: “Signore, perdonami se non ho creduto in Te, se ho cercato di agire basandomi sulle mie forze, cercando di fuggire, rompendo ogni legame con Te. Grazie per avermi amato egualmente anche se non lo meritavo, grazie per avere mandato il Tuo figlio Gesù a morire sulla croce per me, per pagare l’alto prezzo per la mia salvezza. Con il Tuo aiuto io desidero con tutto il cuore mettere la mia fede in Te, e in Gesù mio Salvatore. Prendi il controllo della mia vita, te la affido! Aiutami Tu, Te lo chiedo nel nome di Gesù!”
L’onesta dichiarazione di essere peccatori immeritevoli e la fiducia nella Salvezza che Gesù provvede, ristabiliscono la relazione con Dio. Egli stesso si prenderà cura di noi, si farà conoscere ogni giorno di più e ci darà fiducia quando Gli affideremo ogni ansietà e preoccupazione sul nascere.
Se davvero desideri donare la tua vita al Signore, desideriamo incoraggiarti a entrare in contatto con una comunità cristiana nella tua zona, o di parlarne a qualunque credente che tu possa conoscere. Saranno in grado di aiutarti più di quanto tu possa pensare a comprendere bene che cosa significhi seguire Gesù.
Impara ad avere fede in Dio
Confidare in Dio per ogni cosa lo si impara giorno per giorno, gustare la bellezza del Suo amore, anche. Di una cosa possiamo essere subito sicuri, della Sua presenza nella nostra vita! Possiamo chiedere a Dio aiuto, guida, sostegno! Quando preghiamo aumenta la certezza che lasciare i pesi nella Sue mani è davvero possibile! Antonio imparò a rivolgersi a Dio, a confidare in Lui, ad avere Gesù come Salvatore, Amico, Consigliere, anche nei tempi difficili sentì di non essere solo, seppe che proprio da Dio viene l’aiuto. Attraversò sì alcuni “tempi difficili”, ma ricevette forza da Dio per affrontarli con Lui.Come Antonio, puoi sperimentare l’amore di Dio lasciandoGli ogni tua preoccupazione e ansietà.
https://www.assembleedidio.org/cristianioggi/attualita/che-cosa-devo-fare-con-la-mia-preoccupazione/
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